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dicembre 2013

Ritorno al giardino – Risveglio verso il paradigma sciamanico

Magenta Imagination Healer, coordinatore regionale per Evolver.org, intervista l'autore, regista ed esploratore enteogenico new-wave Rak Razam sul movimento occidentale ayahuasca e il riaffioramento globale dello sciamanismo. Qui discutono dell'ultimo libro pubblicato di Razam, Aya Awakenings: A Shamanic Odyssey e l'adattamento cinematografico che uscirà a gennaio 2014. Inoltre, discuteranno in generale di cosa significhi il recupero dello sciamanismo enteogenico per la cultura occidentale mentre entra in contatto con la saggezza autoctona. Per maggiori informazioni, visitate http://www.ayathebook.com/ e http://www.aya-awakenings.com/.

Magenta: Rak, hai scritto un libro su ayahuasca, sciamanismo e il turismo straniero relativo. Ti senti come se canalizzassi lo spirito delle piante attraverso la scrittura e le arti? E credi che questo sia in più rispetto al vero cerchio durante il quale la medicina viene bevuta?

Rak: Questa è una bella domanda, Magenta. Sai, credo che, in generale, nella comprensione occidentale dello sciamanismo abbiamo ereditato quest'idea dello psicopompo, o viaggiatore tra i mondi, e allo stesso tempo quella del guaritore. Nella tradizione amazzonica il curandero (o come il mondo occidentale lo chiama, lo sciamano) corrisponde a molte cose e c'è molta differenziazione. La cultura occidentale ha, in larga misura, esaurito la propria connessione con il pianeta, con gli spiriti della terra e con la magia. La tradizione dell'artista, però, ha tenuto in vita questa fiamma della connessione con l'anima. Così, per molti scrittori e ovviamente anche per me, quando mi trovo nell'impulso creativo, io vivo come in uno stato di trance, una connessione con ciò che è realmente l'immaginazione. Limitata in occidente in tempi recenti, l'immaginazione e la piena comprensione si sono convertiti nel nostro potere creativo, la nostra connessione con l'anima creativa. In generale, quindi, quando scrivo penso d'essere collegato con qualcosa più grande di me stesso.

Questo libro, Aya awakenings: a shamanic odyssey, non è fantasia. Quando andai in Perù nel 2006, stavo documentando sia il mio viaggio personale che quello di alcuni occidentali che si avvicinavano alle erbe medicinali e studiavano l'archetipo dello sciamano. Di solito, oggi, i libri non di fantasia si basano più sui fatti, sono un po' più asciutti, ma ciò che scoprii realmente scrivendo questo libro fu che l'esperienza ayahuasca era così profonda e potente nella tradizione peruviana, che l'approccio biografico nella scrittura doveva catturarla. La vita in Iquitos e attorno alla giungla amazzonica è così diversa che mi sono aperto completamente a essa e l'ho assimilata.

Stavo facendo così tante annotazione che credetti che ciò che accadde allora fu che stavo fissando quell'esperienza con le parole mentre in realtà ero impegnato con la mia abilità creativa ed empatica, oltre alla mia intelligenza emozionale…per trovare le giuste parole per poter fissare quell'esperienza sulla pagina. Questo è quello che c'è nel libro, Aya awakenings, e nel film. In sostanza, ritengo che la natura artistica della scrittura sia un modo per canalizzare lo spirito stesso, come lo sono il parlare dello sciamanismo e canalizzare gli spiriti delle piante.

Sapete, quando mi trovavo presente alle cerimonie con i curanderos, mi sarei trovato a scrivere sul blocco fino a quando ci fosse stata la luce delle candele e la cerimonia stesse per iniziare. E starei ancora scrivendo quando le luci si fossero spente, scarabocchiando furiosamente nell'oscurità e registrando qualche frammento della cerimonia per cercare di ricordare abbastanza con le parole i fatti concreti della canalizzazione, come dite voi, qualcosa dell'emozione e dell'immediatezza di ciò che stava accadendo nell'esperienza ayahuasca.

Ora, l'esperienza ayahuasca è spirituale, catartica ed è un rituale, quindi può essere molto diverso per ognuno ma è qualcosa che la maggior parte delle persone definirebbe translinguistico, o che va oltre le parole. Io non credo questo. Io credo che abbiamo un senso della spiritualità indebolito e abbiamo bisogno di fare pratica con la nostra linguistica e esercitare la nostra abilità nel comunicare queste esperienza a parole. C'è un detto di Terence McKenna che dice che ci sono tutte queste parole per dire amore o neve e se riduciamo il numero di parole a una sola stiamo veramente indebolendo la nostra capacità di differenziare le varie sfumature.

Similmente quello che ho appreso dai curanderos non ha a che fare solo con ayahuasca: la loro farmacia è la giungla stessa e conoscono centinaia o migliaia di piante medicinali e altre piante. Quando osservano la giungla, non vedono solo un mare verde: possono vedere le gradazioni, distinguono tutte le diverse piante che conoscono. Allo stesso modo, anche nell'assegnamento dei nomi loro non stanno solo dando un nome a una pianta: la pianta possiede uno spirito o un alleato o un'entità al proprio interno. Loro, quindi, vedono questo paesaggio di anime nella giungla. La mia sfida, allora, era quella d'incappare in quello spirito, di capirlo e poi fissarlo con le parole.

Bellissimo, grazie, sì anch'io l'ho notato che con ayahuasca e le altre forme di DMT, quella connessione con il linguaggio e la sua capacità creativa che non è separata…la mente crea categorie lineari ma siamo un tutt'uno con il suo spirito. E credo che molte delle culture inglesi, almeno nell'attuale contesto, sono ben lontane da ciò…

È molto interessante che tu lo abbia sottolineato e concordo pienamente. Non sono in molti a capirlo. Per me, l'esperienza ayahuasca è una cosa sia mentale che spirituale. Molto spesso ciò che accade, secondo me, è che l'inconscio giunge al conscio. La barriera che li separa diventa permeabile e così c'è molta elaborazione, molti pensieri affiorano. In sostanza, mentre quei pensieri vengono elaborati, organizzati e deframmentati, si verifica una guarigione. È come se ayahuasca aiutasse la deframmentazione del cervello e dei suoi stati emozionali.

Quando, poi, affronti la componente visionaria di ayahuasca che è fondamentalmente il caricamento del DMT…beh, in sostanza, volendo essere riduttivi alcune persone sostengono che ayahuasca sia un meccanismo di consegna, un meccanismo di consegna orale per il DMT che è la componente visionaria. Ora, il DMT è la capacità di comprensione ed è molto popolare in occidente. Erik Davis sostiene che il DMT è in circolazione dagli anni '60, o giù di li, ma che non ha mai preso piede con la controcultura fino ad oggi. Era troppo esoterico, troppo difficile. Sembra, però, entrare in risonanza con l'attuale moderna generazione iperrealista che, di base, è abituata aduna coscienza di tipo distributivo tramite i computer e l'approccio non lineare alla tecnologia.

Siamo stati allenati come cultura ad allontanarci dal quell'approccio lineare, dove possiamo svolgere più compiti alla volta, avere più finestre del browser aperte, essere collegati a centinaia di persone in una rete sociale di notizie allo stesso tempo o poter vedere immediatamente cosa stiano facendo centinaia di persone in quel momento. Credo che ci dimentichiamo la rivoluzione di internet – è stata realizzata da molte persone e ci sono stati molti contributi – ma ci sono state anche molte sinergie tra le fondamenta dell'industria della Silicon Valley e la rivoluzione acida e sono accadute molte cose che hanno aiutato a semplificare la vita nella nostra cultura.

Ciò che dice Erik Davis mi ricorda che la tecnologia è essenzialmente il nostro modo di ritornare agli stati naturali. Stiamo creando una rete, un rete tecnologica che specchia la rete vegetale. Cito questo concetto nel libro tramite uno studioso chiamato Roy Ascott che ha questo concetto che chiama la realtà convalidata “Three V's”, come la linea di base del mondo, la realtà virtuale e la realtà vegetale. Ci dimentichiamo, inoltre, che il pianeta ha l'internet originale.

Qualche settimana fa, ero seduto e ho fatto qualche acaciahuasca che è una pianta medicinale ricavata dall'albero di acacia. Da allora sono entrato spesso in risonanza con gli alberi e ho effettuato dei download e ottenuto dei pensieri a loro riguardo. Ho pensato che se la natura è l'internet vegetale (o la nostra comprensione della rete è modellato attorno a quella originale, la rete Gaian) allora contiene e scambia informazioni. Gli alberi sono come server, per fare un'analogia: immagazzinano informazione e la scambiano con gli altri alberi e gli altri spiriti della natura. Mi domando, allora, quale sia il codice che veicolano: è semplicemente il loro codice genetico/vibrazionale o immagazzinano anche altre firme vibrazionali per la rete attorno a loro?

Visto che la maggior parte del DMT che stiamo usando in occidente è estratto dalle piante e che lo stiamo aggiungendo ai nostri livelli endogeni di DMT, è quasi come se, quando si procede attraverso alcuni di quei primi livelli visivi e schemi geodetici, la mia intuizione di scrittore e di connettore empatico mi dica che questi livelli potrebbero essere le firme visive, credo, dell'anima o essenza delle piante da cui abbiamo estratto il DMT. È come il portale, il passaggio o la sorgente della rete senza fili per accedere all'internet vegetale. In questo modo, stiamo passando attraverso ciò e vedendo il loro codice, colori, forme e la connessione DMT è non lineare. Mi sembra, inoltre, come d'essere steso lungo tutta l'internet vegetale della natura, in un senso non lineare. Ci siamo agganciati in quello che è realmente la coscienza triptamina. È tessuta lungo tutta la natura ed è come una rete. Ci permette di prendere contatto e collegarci con tutte le altre entità che contengono DMT su quella frequenza o quella banda.

Sembra, inoltre, che come cultura ora siamo pronti per questo, perché le nostre tecnologie sono speculari. Siamo stati quasi preparati per questo ritorno alla natura, un ritorno a una consapevolezza di cosa la natura sia realmente. La coscienza dietro la natura in cui siamo tutti integrati.

Wow, questa sì che è stata una risposta divertente, grazie. Mi fa pensare ai funghi come un internet miceliale – sia il tipo psichedelico che gli altri tipi – che funziona per collegare gli alberi e trasferire segnali tra organismi differenti nella foresta e altri paesaggi…Ora, quando eri in visita in Sud America scrivendo il tuo libro e vivendo l'esperienza del turismo ayahuasca e il modo in cui influenza l'economia locale, hai trovato che favorisca il proseguimento delle tradizioni rendendole di nuovo preziose? Ci sono delle discussioni riguardo ai turisti che prendono aerei che producono molta anidride carbonica rispetto a quelle persone che lavorano con enteogeni che sono più nativi nella loro nazione, come i funghi che crescono in differenti paesi. Hai un'opinione in merito?

Sì, è molto interessante. Ho appena fatto un'intervista con uno sciamano dei funghi, un signore europeo che pratica legalmente nella sua regione. Stavamo parlando proprio della stessa questione, sai, che ayahuasca proviene dalla giungla, dal Sud America e dalle foreste pluviali.

Ora, gli occidentali sono stati attratti da ayahuasca e dal mercato dello sciamanismo e non è qualcosa che si possa ridurre alla contrapposizione bianco/nero o bene/male. Da un lato, le persone autoctone delle tradizioni del Sud America stavano già cambiando ed erano in pericolo. C'era uno scollegamento culturale e i giovani peruviani, almeno, non stavamo continuando con le tradizioni sciamaniche. Quello che stava accadendo è che il materialismo occidentale si stava infiltrando, specialmente attorno alle città. I giovani indigeni non volevano prendere in consegna il duro e arduo compito di diventare un curandero. Spesso si tratta di un ruolo ereditario per il quale sono scelti a partire da un incidente o malattia in giovane età. Si tratta, però, di un percorso di coraggio e di avversità perché devi lasciare le tue abitudini mondane per conservare la sensibilità necessaria per essere in grado di ascoltare il mondo naturale.

Per tradizione, lo sciamano vivrebbe ai confini del villaggio, nel mondo ma non del mondo. Quando la tua energia, quindi, si trova sempre nella frenesia e trambusto quotidiano si desensibilizza e non è più in grado d'ascoltare e sentire la natura. Questo è il cammino dello sciamanismo nella sua comprensione indigena ed è una sorta di contenzioso: alcune persone non sarebbero d'accordo con questo ma persone del luogo con le quali ho parlato, specialmente tra gli Iquitos, mi hanno confermato del tutto che la tradizione dello sciamanismo era in pericolo, c'era uno scollegamento. Allo stesso tempo, sono arrivati gli occidentali che lo hanno reso profittevole così che ayahuasca è diventato un bene di valore.

Quello che succede con gli occidentali è che hanno sfruttato le popolazioni autoctone per centinaia di anni. In Perù ci fu un boom della gomma all'inizio del ventesimo secolo. C'è stato un boom del petrolio e ora c'è il boom ayahuasca. Perciò, anche persone con buoni intenti – tipo coloro che cercano il brivido – sono andate in Sud America con i loro soldi, volendo imparare lo sciamanismo, ayahuasca e esperimentare la propria auto guarigione. È tutto bello però hanno causato disequilibrio nella società locale. S'è creata una disparità dove alcuni curanderos hanno molto denaro che non viene ridistribuito nella comunità.

Nella cultura del Sud America ci sono forti tradizioni relative all'aiuto reciproco, si tratta di un'ideologia basata sulla rete. Non si tratta d'accumulare ricchezza ma di preoccuparsi della famiglia, della tribù e della comunità locale. Questo è il motivo per cui l'intervento degli occidentali ha disturbato questo meccanismo sociale che ha regolato e aiutato la coesione culturale. Significa, inoltre, che si trattava d'una professione molto vantaggiosa, visto che gli occidentali arrivavano e offrivano centinaia di dollari, che corrisponde a una fortuna per la comunità locale tanto che ognuno voleva essere uno sciamano.

Ora, dunque, visto che abbiamo avuto negli ultimi 5/10 anni questo boom ayahuasca, inevitabilmente, come avviene per ogni boom si converte in una mera questione di denaro su grande scala e crea queste tensioni. Questo è quanto, non un bene ma è tutto quello che c'è al momento. Abbiamo un sistema d'accoglienza in tutto il Perù e Sud America, con gli occidentali che arrivano…Si tratta anche di una questione generazionale e arrivano le prime difficoltà interculturali. Questo perché quello di cui mi rendo conto è che si tratta di un movimento e questo è una fase. È come se stessimo osservando il primo stadio e ora è come uno stadio intermedio o forse la pubertà o le prime difficoltà dell'adolescenza.

Adesso, allo stesso tempo, ci sono queste organizzazioni ONG e persone che stanno cercando di fare del bene in questo ambito in Sud America. Cercano di organizzare dei sistemi come le iniziative di sostenibilità in modo che per ogni vigna ayahuasca tagliata ne venga piantata una nuova. Si preoccupano di capire cosa sia necessario al sistema d'accoglienza e che requisiti legali ci siano. Ci sono, quindi, dei protocolli che vengono attuati perché le cose sono un po' cambiate e ci sono stati dei seri problemi. Ciò nonostante, si sta tutto sviluppando al miglior ritmo possibile.

Nel frattempo, gli occidentali stanno imparando lo sciamanismo delle piante e una certa percentuale di queste persone viene attratta dal cammino dello sciamano, torna ai rispettivi paesi e lavora con le medicine facendo in modo che ayahuasca venga trapiantata fuori dall'Amazzonia in differenti zone del mondo. Le persone stanno anche capendo che il pianeta produce queste sostanze come ayahuasca – di fatto piante medicinali, enteogene o sacramenti – ovunque e lo fa, tra l'altro, dove vivono gli esseri umani. Produce enteogeni come i funghi psilocybin, la salvia divinorum, il cactus di San Pietro, le acacie – ci sono piante medicinali ovunque e sono pensate perché possano interfacciarsi con gli esseri umani. Ci curano e allo stesso tempo ci riportano alla coscienza vegetale del pianeta così che possiamo trovare il nostro posto nella rete della vita.

Trovare il nostro posto nella rete della vita significa che non siamo malati. Molte delle cose che causano malattie sono tali perché ci troviamo fuori equilibrio (sollievo). Riportare, quindi, la nostra coscienza o corpo vibrazionale in equilibrio aiuterà il livello fisico allo stesso modo in cui ci aiuterà a trovare il nostro posto nella rete naturale. Per questo, ritengo che ayahuasca stia rendendo popolare il revival enteogenico. Allo stesso tempo, però, ci sono molte altre piante medicinali che sono più sostenibili e, visto che sono relative alle proprie zone nel mondo dovremmo sfruttare anche queste.

Pensi che sia una coincidenza che ayahuasca sia una delle grandi fonti che sembra stia risvegliando la coscienza sciamanica e la connessione tra le persone, quando proviene da una foresta pluviale…che ha un ruolo molto importante nell'equilibrio e bilanciamento del clima, dell'atmosfera e delle masse d'acqua del pianeta?

No, sappiamo che non ci sono coincidenze. Il linguaggio ci dice questo: la coincidenza è solo un'etichetta che mettiamo alle cose che non vogliamo guardare troppo da vicino. Allora,si dice spesso che ayahuasca è la Madre, la madre nel mondo delle piante nella tradizione amazzonica. Si tratta, però, anche della portavoce quindi, mentre ci sono molte altre piante enteogene o psichedeliche nell'Amazzonia, ayahuasca si è innalzata a questo livello perché è riverita come la grande madre nella loro tradizione. Oltre a essere un agente curativo, se si comprende il loro paradigma e visione cosmica, il mondo intero è vivo e costituito dalle sue entità o possiede uno spirito – è un tipo di tradizione animista. Lo spirito da vita a tutto. Dunque, ci sono spiriti negli alberi, spiriti nell'ecologia e interagiscono gli uni con gli altri. Ayahuasca, quindi, è quasi come un portavoce degli spiriti della natura, per la stessa Natura.

Nella comprensione occidentale potremmo usare i prodotti chimici sulle piante per correggere un problema fisico. Quello che fanno i curanderos…vanno dritti alla fonte, alla vibrazione. L'essenza d'ogni cosa è una fonte vibrazionale e può essere suonata su un paziente. In questo modo, può correggere ciò che non funziona nella persona su un livello energetico vibrazionale e questo si manifesterà all'esterno, nel corpo fisico. Così, non hai bisogno di usare prodotti chimici. Ayahuasca, quindi, sembra essere questo strumento di diagnosi che apre le porte all'abilità di parlare al resto del mondo vegetale e per conto dell'Amazzonia. Non esiste, dunque, alcuna coincidenza sul fatto che visto che l'Amazzonia è in pericolo per via del disboscamento, del capitalismo occidentale e del consumismo, anche ayahuasca si stia allontanando dalla giungla.

Pensi che ci sia la possibilità e l'opportunità per quella profonda comprensione dell'interconnessione con lo spirito e la saggezza planetaria e le piante che sono cittadini consci del mondo in cui viviamo? Per collegarci con la medicina occidentale, l'industrializzazione, il complesso farmaceutico? Ci sono speranze per questa convergenza?

Beh, ci deve essere speranza, ci deve essere speranza. Tempo addietro, stavo parlando con Steve Beyer, l'autore de “Singing to the Plants”. Discutevamo esattamente di questo, del fatto che sta avvenendo questa medicalizzazione degli enteogeni in occidente, che è tutta buona e bella, e io sono a favore di ciò. D'altro canto, però, se parli con una persona indigena che ha a che fare con gli enteogeni e cose come ayahuasca quando parlano di medicina, dicono “medicina”. La loro parola significa più di quello che significa la nostra.

Ciò che significa la loro non è solo che si tratta di un prodotto chimico…la considerano come avente uno spirito. E quando dicono spirito, per loro significa che è viva, che ha una coscienza. La guarigione, quindi, non avviene solo prendendo la pianta o la medicina a livello fisico. Avviene tramite una relazione con quello spirito. Questo è quello che manca al modello occidentale. Queste medicine funzionano. Non è che non funzionano a certi livelli ma il fatto è che siamo privi e impoveriti della connessione con la profondità dello spirito nel modello medico occidentale.

Perciò, quello che spero stia accadendo nella più grande evoluzione culturale è che entrambi, Est e Ovest, vecchio e nuovo mondo, stiano apprendendo e condividendo avvicinandosi a queste materiali vegetali riveriti dalle persone indigene. Bisogna farlo, comunque, con rispetto e nel giusto modo, quindi niente bio-pirateria. Il problema è che c'è un blocco a tutto ciò e si chiama capitalismo. Se non è possibile brevettare una medicina e trarne profitto allora non verrà fatta alcuna medicina. Il problema, quindi, è che tradizionalmente molte di queste medicine indigene…non hanno…non sono nemmeno di pubblico dominio o semplicemente sono protette da legislazioni speciali, perciò, non brevettabili.

Quindi, anche se queste medicine si sono dimostrate essere efficaci c'è un problema per il capitalismo per far si che entrino nel sistema per essere convertite in prodotti. Spero, allora, che quello che sta accadendo nel circolo sistema-medico-occidentale-Big-Pharma sia che queste piante medicinali vengano riconosciute come strumenti vitali ma che ci sia anche un cambiamento nella coscienza delle persone che le stanno usando. Questo è quello che, di base, stiamo attraversando nell'evoluzione della cultura occidentale. Stiamo osservando il verificarsi di questo rimescolamento mentre il mondo indigeno e quello occidentale diventato un tutt'uno.

E in ciò, la nostra idea di medicina, di spirito, di cultura sta cambiando rapidamente. Così, mentre queste cose vengono assorbite ad ovest, l'occidente sta cambiando molto rapidamente. Visioni più estese, quindi, mi fanno sperare che ci sia qualche tipo di coesione, unità e integrazione di queste sostanze ma non nel modo che pensiamo si possa verificare.

Cosa sarà della Terra se la cultura psichedelica dovesse prendere piede su grande scala?

Beh, sai come sarebbe…sai cosa sta accadendo realmente…È come se la Madre Terra ci stia invitando di nuovo nel suo giardino e il giardino è diventato un prato con una bianca staccionata tutt'intorno. Tu sai, inoltre, che c'è una strada e un viale e un'autostrada sull'altro lato. Tutto lo stile di vita che conosciamo oggi, lo sappiamo, non è sostenibile, non sta funzionando. Non funziona per gli esseri umani, non funziona per le persone che cercano di comunicare e avvicinarsi alle altre e, quindi, allo stesso tempo, questo è quello volevo dire riguardo alla non coincidenza.

Stiamo parlando, originalmente, dell'idea relativa ai modi d'essere lineari e non lineari. Le piante, oltre a essere medicinali, stanno realmente guidandoci verso quest'idea di reti e quest'idea d'essere integrati e parte della natura. Inoltre, la rivelazione più bella è che siamo abbracciati, sostenuti e amati dalla madre, dalla natura stessa che ci ha partoriti e abbiamo un ruolo da giocare. Ci sta invitando a tornare al giardino perché questo sta per tornare a crescere di nuovo. Il giardino può solo crescere una volta che i semi sono stati piantati e piantati dentro di noi, nella nostra coscienza. Perché una volta che la coscienza torna alla giusta relazione allora tutto il resto seguirà. Non dobbiamo reinventare la politica, il centro commerciale, il nostro stile di vita. Dobbiamo solo essere…un tutt'uno con la nostra coscienza nella natura. Se recuperiamo quest'abilità tutto il resto seguirà, tutto si sistemerà. Perché questo è ciò che significa realmente essere umani.

3 Dicembre 2013, di Magenta Imagination Healer
Traduzione: Michele Bedendo
Editing: Laura Rizzotto

Link: http://realitysandwich.com/214776/rak_razam_garden/

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La chemioterapia incrementa di fatto lo sviluppo del cancro – le cellule cancerogene diventano più resistenti al trattamento

La chemioterapia, imbroglio del trattamento per il cancro, ha ancora una volta dimostrato nella letteratura scientifica d'essere una delle cause maggiori di cancro, piuttosto che di cura del medesimo. Secondo un nuovo studio pubblicato di recente su “Nature”, la chemioterapia non solo incentiva la crescita e la diffusione delle cellule cancerogene, danneggiando i tessuti che circondano i tumori, ma causa anche lo sviluppo di una resistenza piena al trattamento da parte di queste cellule, cambiandole in cellule cancerogene “super”.

I ricercatori del Fred Hutchison Cancer Research Center di Seattle, Washington, hanno appreso ciò osservando gli effetti della chemioterapia sui tessuti cellulari. Quello che hanno trovato è qualcosa che qui a NaturalNews affermiamo da anni ma che il sistema medico nel complesso sta accettando solo ora. La chemioterapia, che è un veleno conosciuto, danneggia il DNA delle cellule sane, non cancerogene, causando la produzione da parte loro di molecole che in seguito danno vita ad altre cellule cancerogene.

Non ci vuole un ingegnere aerospaziale per arrivare a questa deduzione, ovviamente, visto che con del buon senso si comprende che distruggendo le cellule sane assieme a quelle cancerogene distruggerà tutte le cellule. Nonostante ciò, questa è una grossa novità nel Nord-Ovest, dove gli scienziati sono apparentemente confusi nel chiedersi come questo sia possibile. Inoltre, non stiamo parlando di danni minori qui: secondo le cifre, il maggior danno alle cellule sane è il risultato dei trattamenti di routine di chemioterapia.

I ricercatori hanno scoperto che la chemioterapia può causare l'incremento della produzione di una molecola chiamata WNT16B nei tessuti circondati il tumore da parte dei fibroblasti (DNA cellulare)”, spiega il Cancer Research U.K. in un recente rapporto sullo studio. “Questo aiuta la crescita delle cellule cancerogene, invadendo le cellule vicine e resistendo alla chemioterapia,” aggiunge.

Le “super” cellule cancerogene causate dalla chemioterapia sono più mortali che mai
Come se non fosse già abbastanza grave, lo stesso gruppo ha scoperto che un altro grande effetto collaterale della chemioterapia è che le cellule cancerogene crescono con più virulenza rispetto a prima del trattamento. Come “super insetti” e “super erbe” che come sappiamo sviluppano una resistenza alle terapie farmacologiche e ai trattamenti chimici, rispettivamente, queste “super” cellule cancerogene non reagiscono più nemmeno alle forme più aggressive di chemioterapia che significa che lo stesso cancro sta diventando più mortale.

Questi risultati delineano un meccanismo secondo il quale terapie genotossiche somministrate ciclicamente possono favorire il successivo sviluppo di resistenze ai trattamenti attraverso effetti non autonomi delle cellule sono favoriti dal micro ambiente tumorale,” spiega l'estratto dello studio.

Potete leggere l'estratto completo dello studio qui: http://www.nature.com/nm/journal/v18/n9/full/nm.2890.html

Non sorprende che almeno un medico pesantemente legato all'industria dei tumori abbia fatto sentire la propria voce non per chiedere uno stop alla chemioterapia ma, piuttosto, per lo sviluppo di nuovi trattamenti che possano alterare i naturali meccanismi di resistenza del corpo per meglio ospitare gli effetti tossici della chemioterapia. Questo è come opera il sistema medico convenzionale, ovviamente. Aggiungono semplicemente nuovi medicinali alla miscela per coprire gli effetti collaterali di altri medicinali e così via.

La maggior parte dei malati di tumore in questo paese muore di chemioterapia,” spiega il Dr. Allen Levin, M.D., dell'Università della California, San Francisco, nel libro The Healing of Cancer . “La chemioterapia non cura il cancro al seno, al colon o ai polmoni. Questi fatti sono stati documentati da circa un decennio e, tuttavia, i medici continuano a usare la chemioterapia per questi tumori.

Se un vostro amato è malato di cancro, ci sono alternative alla chemioterapia e alla radiazione: la Terapia Gerson, gli antineoplastoni del Dr. Stanislaw Burzynski, l'olio di cannabis contiene un'alta concentrazione di oli cannabinoidi, il succo di foglie di marijuana fresche sono tutti protocolli di trattamento validi che hanno curato molte persone. Potete saperne di più riguardo questi metodi seguendo questi collegamenti:

18 Febbraio 2013, di Jonathan Benson
Traduzione: Michele Bedendo
Editing: Laura Rizzotto

Link: http://www.naturalnews.com/042563_chemotherapy_cancer_growth_treatment_resistance.html

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Nutriente dopo nutriente, perché il latte materno è il migliore

Il latte è latte, giusto? I mammiferi lo producono (gli esseri umani sono mammiferi) e i neonati lo bevono ma c'è ben più da raccontare. Ogni specie di mammifero produce un tipo di latte unico, che soddisfa tutti i requisiti nutrizionali della propria prole all'inizio della loro vita. Il latte di ogni specie possiede qualità specifiche che assicurano la sopravvivenza dei piccoli in un ambiente specifico. Questo principio è conosciuto come la specificità biologica del latte. Le foche madri, per esempio, producono un latte altamente ricco di grassi perché il corpo dei loro piccoli necessita di una grossa quantità di massa grassa per sopravvivere nelle acque gelide. Visto che lo sviluppo del cervello è cruciale per la sopravvivenza degli esseri umani, il latte umano fornisce nutrienti per un suo rapido sviluppo.

Non importa quale animale lo produca, il latte contiene gli elementi nutrizionali di base dei grassi, proteine, carboidrati, vitamine e minerali. Diamo un'occhiata a ognuno di questi nutrienti nel latte umano, confrontandoli con gli stessi nutrienti presenti in quello di mucca. In questo modo, potrete apprezzare ancor di più come il vostro latte sia prodotto ad hoc per i bisogni dei vostri neonati.

Nutrizione unica per esseri umani unici. Visto che i livelli ormonali cambiano nei giorni successi al parto, il corpo della madre comincia a produrre maggiori quantità di latte. Il colostro (il primo liquido che fuoriesce dalle mammelle dopo il parto e serve a purgare il neonato, NdT) si converte poco a poco in latte maturo – quella cosa che ha fatto crescere i neonati per migliaia di anni. Gli ingredienti base del latte sono grassi, proteine, lattosio, vitamine, minerali e acqua. Questo è quello che rende il latte d'ogni specie unicamente pensato per i propri pargoli. È anche il perché i latte di mucca e i prodotti basati sul latte di mucca non sono il cibo ideale per i bambini.

Proteine d'alta qualità
Le proteine sono il primo esempio di come il latte umano sia un nutriente unico per i neonati umani. Il latte umano ha una bassa concentrazione proteica, almeno se comparato con il latte di altre specie, soprattutto il latte di mucca. Questa caratteristica non è una mancanza nutritiva, poiché ci sono delle ragioni in merito. I neonati umani sono progettati per crescere lentamente. Anche se è importante per gli esseri umani sviluppare un corpo forte, lo è ancor di più lo sviluppo cerebrale e l'apprendimento delle abilità sociali. Le esperienze che danno forma al cervello derivano dal contatto stretto tra la madre e l'infante, quando quest'ultimo è tenuto in braccio. Se i neonati umani raddoppiassero il loro peso in meno di 50 giorni, come fanno i vitellini, e continuassero a crescere, come farebbero le madri a prenderli in braccio e tenerli stretti a loro? I vitelli devono imparare a trovare l'erba migliore nei campi. I neonati umani devono imparare a lavorare con gli altri così che siano soddisfatti i bisogni di tutti.

Nonostante la concentrazione di proteine nel latte umano sia bassa, i tipi di amminoacidi che costituiscono queste proteine sono importanti. Uno in particolare, la taurina, si trova in grosse quantità. Degli studi mostrano che la taurina ha un ruolo importante nello sviluppo del cervello e degli occhi. Il corpo non può convertire altri tipi di amminoacidi in taurina, quindi la sua presenza nel latte umano è significativa – così significativa che alcuni produttori di latte artificiale hanno iniziato a introdurla nei loro prodotti.

Se lasciate che il latte aperto nel frigorifero s'inacidisca, vedrete che le proteine del latte rientreranno in due categorie: cagliata e siero. La cagliata, la proteina caseina, è costituita dai grumi mentre la parte liquida è il siero. Il latte di mucca è pressoché composto da proteine caseine che creano un composto elastico di non facile digestione per lo stomaco dei neonati. Il latte umano contiene più siero che cagliata e la cagliata che si forma è più soffice e più rapidamente digerita. Il bambini allattati al seno hanno fame più velocemente che i bambini allattati con latte artificiale perché le proteine del latte umano sono digerite con efficienza. Per digerire il latte umano è necessaria meno energia di quella necessaria per quello artificiale. Allattamenti frequenti assicurano inoltre maggiori attenzioni delle madri verso i neonati.

Grassi auto digerenti
C'è un'altra ragione per cui i neonati digeriscono il latte umano così rapidamente: il grasso del latte possiede l'enzima lipasi che scompone i grassi in globuli più piccoli facendo sì che questo nutriente possa essere assorbito al meglio dal flusso sanguigno. Il grasso è una risorsa importante di energia per i bambini, quindi, la presenza di questo enzima rende il latte umano particolarmente vantaggioso. Questa è una delle ragioni per cui il latte umano è così buono per i neonati prematuri, che hanno bisogno di molta energia per crescere ma i cui tratti digestivi sono ancora immaturi.

Un nutriente variabile per bisogni variabili. Il contenuto grasso del latte umano varia costantemente. Di solito, i livelli di grasso sono bassi all'inizio dell'allattamento e alti alla fine. I neonati poppano impazientemente per ottenere il basso concentrato di grassi, dissetante, per poi rallentare e soffermarsi sull'alto concentrato di grassi come dessert, alla fine del loro pasto. Il neonati che poppano di nuovo poco dopo ottengono maggiore quantità di grassi, quindi quei neonati che vengono allattati con maggiore frequenza durante un periodo di forte crescita assimilano più calorie. A intervalli maggiori tra gli allattamenti corrisponde anche una minore quantità di grassi nel latte prodotto. Questa evidenza nutrizionale del latte umano è una delle molte ragioni sul perché la tabella d'allattamento ogni 3 / 4 ore sia biologicamente incorretta.

 

Grassi intelligenti. Lo speciale tipo di grassi del latte umano è importante per lo sviluppo del cervello. Durante la crescita di un neonato, i nervi sono ricoperti da una sostanza chiamata mielina che aiuta la trasmissione tra i nervi attraverso il cervello e il corpo. Per sviluppare una mielina d'alta qualità, il corpo ha bisogno di certi tipi di acidi linoelici che si trovano in grosse quantità nel latte umano.

Vitamine e minerali
La vitamine e i minerali presenti nei prodotti artificiali non possono competere con quelli presenti nel latte umano, anche se i confronti milligrammo-per-milligrammo affermano il contrario. Quando i produttori di latte artificiale vogliono sapere quanto sia il bisogno giornaliero di una certa vitamina o minerale per un neonato, la prima cosa che cercano è quanto di quel nutriente sia presente nel latte umano e quanto latte un neonato di una certa età poppa. Tuttavia, non è sufficiente fare solo questi calcoli. Ancor più importante delle quantità di nutrienti nel latte è l'ammontare che è disponibile perché l'infante ne possa far uso – un principio nutrizionale chiamato biodisponibilità. La biodisponibilità di un nutriente è influenzato da molti fattori, inclusi la propria forma chimica e la presenza di altre sostanze.

Tre importanti minerali, calcio, fosforo e ferro, sono presenti nel latte umano con livelli inferiori rispetto a quelli dei prodotti artificiali ma nel latte umano questi minerali possiedono una maggiore biodisponibilità. Per esempio, dal 50% al 75% del ferro nel latte umano è assorbito nel flusso sanguigno del neonato. Con un prodotto artificiale, solo un 4% viene assorbito. Per ovviare alla scarsa biodisponibilità di minerali e vitamine aggiunti di fabbrica, i produttori incrementano le concentrazioni. Sembra logico, no? Se solo metà viene assorbito allora mettine il doppio nella confezione. Nonostante ciò, questa manipolazione dei nutrienti potrebbe avere un prezzo metabolico da pagare.

L'immaturo tratto intestinale dei neonati prevede l'eliminazione degli eccessi. Nel frattempo, l'eccesso non assorbito di minerali (soprattutto ferro) può disturbare “l'ecologia della pancia”, interferendo con la crescita della flora batterica intestinale e permettendo lo sviluppo di quella nociva. Questa è un altro motivo per cui i neonati che assumono latte artificiale producono feci più maleodoranti.

Per incrementare la biodisponibilità dei nutrienti, il latte umano contiene dei catalizzatori – delle sostanze che aumentano l'assorbimento di altri nutrienti. Per esempio, la vitamina C nel latte umano incrementa l'assorbimento del ferro. L'assorbimento dello zinco è favorito da altri fattori del latte umano. In un interessante esperimento, dei ricercatori hanno aggiunto quantità uguali di ferro e zinco a campioni di latte umano, artificiale, di mucca e fatto bere ad adulti volontari. La maggior parte dei nutrienti del latte umano è stata assorbita nel flusso sanguigno, mentre lo stesso non è avvenuto con il latte artificiale e quello di mucca. In sostanza, il latte umano favorisce il miglior assorbimento dei nutrienti per il neonato – nel sangue non nell'intestino.

Ormoni ed enzimi
Ogni anno, articoli su riviste mediche descrivono sempre più sostanze importanti presenti nel latte umano. Gli scienziati hanno appena cominciato a descrivere gli altri fattori del latte umano che potrebbero essere importanti per lo sviluppo e la crescita del neonato. Per esempio, altri enzimi oltre al lipasi servono per favorire la digestione dell'infante. Il fattore di crescita epidermico, presente nel latte in quantità significative, potrebbe servire per lo sviluppo di tessuti nel tratto digestivo e in altre zone. Altri ormoni nel latte potrebbero influenzare il metabolismo, la crescita e la fisiologia del neonato. Gli effetti potrebbero essere piccoli ma potrebbero anche avere implicazioni maggiori. Venire allattato al seno ha vantaggi che si propagano sino all'età adulta. La scienza ha solo cominciato a capire quali siano questi benefici.

2013 di AskDrSeras.com
Traduzione: Michele Bedendo
Editing: Laura Rizzotto

Link: http://www.askdrsears.com/topics/feeding-eating/breastfeeding/why-breast-is-best/nutrient-nutrient-why-breast-best

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