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Sensazioni di pancia: il futuro della psichiatria può essere nel tuo stomaco

La giusta combinazione di microbi nello stomaco potrebbe essere cruciale per una salute della mente. continua a leggere

Perché è imperativo non giudicare basandosi sulle preferenze nella dieta

Che scegliate crudismo, veganesimo, vegetarianesimo, pescetarianesimo, paleodieta, cibo confezionato o qualunque altro stile di dieta, è tempo di lasciar stare i giudizi su cosa gli altri scelgono di mangiare. continua a leggere

Il Roundup della Monsanto relazionato con il boom mondiale del morbo celiaco e intolleranza al glutine

Un nuovo rapporto negli Stati Uniti, del dott. Anthony Samsel e la dott.ssa Stephanie Seneff, mostra come il morbo celiaco, l'intolleranza al glutine e la sindrome da intestino irritabile siano in aumento nel mondo e come questa crescita sia cominciata in parallelo con l'incremento dell'uso dell'erbicida glifosato (Roundup). Il rapporto è stato pubblicato sul Journal of Interdisciplinary Toxicology.

Il morbo celiaco e, più in generale, l'intolleranza al glutine sono un problema crescente nel mondo ma soprattutto in Nord America ed Europa, dove si stima che un 5%della popolazione ne soffra. È una malattia associata con diverse disfunzioni nutrizionali oltre che con problemi riproduttivi e innalza il rischio di disfunzione alla tiroide, ai reni e di cancro. In questa relazione, proponiamo che il glifosato, il componente attivo presente nell'erbicida Roundup®, sia la causa più importante di questa epidemia.” [leggi il sunto qui di seguito e il collegamento al rapporto]

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Leggi la relazione completa

Nella relazione di Samsel e Seneff, il Roundup è relazionato con l'aumento di casi da morbo celiaco. Una stima recente suggerisce che una persona su venti in Nord America ed Europa Occidentale soffre ora di questa intolleranza al glutine.

Tutto ciò che si conosce sugli effetti biologici del glifosato – inibizione del citocromo P450, disordine nella produzione di amminoacidi aromatici, chelazione dei metalli di transizione e l'azione antibatterica – contribuisce alla patologia del morbo celiaco,” afferma il rapporto di Samsel e Seneff.

Il glifosato della Monsanto (Roundup) è diventato l'erbicida numero uno nelle vendite al livello mondiale, dovuto all'aumento nell'uso delle sementi Round Ready GM.

Cos'è il morbo celiaco?
Il morbo celiaco è un disturbo della digestione che danneggia l'intestino tenue e interferisce con l'assorbimento dei nutrienti del cibo. Le persone che soffrono di questa malattia non tollerano il glutine, una proteina del grano, della segale e dell'orzo. Il glutine si trova soprattutto nei cibi ma può essere trovato anche nei prodotti di tutti i giorni come le medicine, le vitamine e il burro di cacao.

Quando le persone con il morbo celiaco mangiano cibi o usano prodotti contenenti glutine, il loro sistema immunitario reagisce danneggiando o distruggendo i villi intestinali – le piccole protrusioni, tipo dita, che popolano le pareti dell'intestino tenue. Il villi normalmente permettono ai nutrienti di passare dal cibo al flusso sanguigno attraverso le pareti dell'intestino. Senza villi una persona diventa malnutrita, non importa quanto cibo possa mangiare.

Sunto del Journal of Interdisciplinary Toxicology:
Autori: dr. Anthony Samsel e dr.ssa Stefanie Seneff
Il morbo celiaco e, più in generale, l'intolleranza al glutine è un problema in aumento nel mondo ma soprattutto in Nord America ed Europa dove si stima che un 5% della popolazione ne soffra. I sintomi includono nausea, diarrea, sfoghi cutanei, anemia macrocitica e depressione. È una malattia associata con diverse mancanze nutrizionali oltre che riproduttive e incrementa il rischio di mal funzionamento della tiroide, disfunzione renale e cancro. Noi proponiamo che il glifosato, principio attivo dell'erbicida Roundup®, sia la causa scatenante più importante di questa epidemia. Il pesce esposto al glifosato sviluppa disturbi alla digestione che ricordano il morbo celiaco. Questa malattia è associata con lo squilibrio della flora batterica negli intestini che può essere completamente spiegata dagli effetti conosciuti del glifosato sulla flora batterica.

Le caratteristiche del morbo celiaco puntano all'indebolimento di molti enzimi dei citocromi P450, che sono coinvolti nell'eliminazione delle tossine, attivando la vitamina D3, catabolizzando la vitamina A e mantenendo la produzione di bile acida e le riserve di solfati per l'intestino. Il glifosato è conosciuto per inibire gli enzimi P450 dei citocromi.

E deficienze di ferro, cobalto, molibdeno, rame e altri metalli rari associati con il morbo celiaco possono essere attribuite alla potente abilità del glifosato di chelare questi elementi. Deficienze di tryptophan, tyrosine , methionine e selenomethionine associati con il morbo celiaco corrispondono all'esaurimento di questi enzimi da parte del glifosato. I pazienti affetti da morbo celiaco sono soggetti a un rischio maggiore di linfoma di non-Hodgkin, che è implicato inoltre dall'esposizione al glifosato. Anche riproduttivi associati con il morbo celiaco, come infertilità, aborto spontaneo e difetti di nascita, possono essere spiegati con il glifosato. I residui di glifosato nel grano e altre sementi, in aumento recentemente, sono dovuti alla pratica sempre più diffusa della disseccazione delle sementi appena prima del raccolto. Noi sosteniamo che la pratica della “maturazione” dello zucchero di canna con glifosato potrebbe spiegare la recente ripresa della disfunzione renale tra gli agricoltori in America Centrale. Concludiamo con una richiesta ai governi di riconsiderare le politiche relativa alla sicurezza dei residui di glifosato nei cibi.

Sabato 22 Febbraio 2014, di Global Research News
Traduzione: Michele Bedendo
Editing: Laura Rizzotto

Link: http://www.globalresearch.ca/monsanto-roundup-linked-to-global-boom-in-celiac-disease-and-gluten-intolerance/5370041

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Nutriente dopo nutriente, perché il latte materno è il migliore

Il latte è latte, giusto? I mammiferi lo producono (gli esseri umani sono mammiferi) e i neonati lo bevono ma c'è ben più da raccontare. Ogni specie di mammifero produce un tipo di latte unico, che soddisfa tutti i requisiti nutrizionali della propria prole all'inizio della loro vita. Il latte di ogni specie possiede qualità specifiche che assicurano la sopravvivenza dei piccoli in un ambiente specifico. Questo principio è conosciuto come la specificità biologica del latte. Le foche madri, per esempio, producono un latte altamente ricco di grassi perché il corpo dei loro piccoli necessita di una grossa quantità di massa grassa per sopravvivere nelle acque gelide. Visto che lo sviluppo del cervello è cruciale per la sopravvivenza degli esseri umani, il latte umano fornisce nutrienti per un suo rapido sviluppo.

Non importa quale animale lo produca, il latte contiene gli elementi nutrizionali di base dei grassi, proteine, carboidrati, vitamine e minerali. Diamo un'occhiata a ognuno di questi nutrienti nel latte umano, confrontandoli con gli stessi nutrienti presenti in quello di mucca. In questo modo, potrete apprezzare ancor di più come il vostro latte sia prodotto ad hoc per i bisogni dei vostri neonati.

Nutrizione unica per esseri umani unici. Visto che i livelli ormonali cambiano nei giorni successi al parto, il corpo della madre comincia a produrre maggiori quantità di latte. Il colostro (il primo liquido che fuoriesce dalle mammelle dopo il parto e serve a purgare il neonato, NdT) si converte poco a poco in latte maturo – quella cosa che ha fatto crescere i neonati per migliaia di anni. Gli ingredienti base del latte sono grassi, proteine, lattosio, vitamine, minerali e acqua. Questo è quello che rende il latte d'ogni specie unicamente pensato per i propri pargoli. È anche il perché i latte di mucca e i prodotti basati sul latte di mucca non sono il cibo ideale per i bambini.

Proteine d'alta qualità
Le proteine sono il primo esempio di come il latte umano sia un nutriente unico per i neonati umani. Il latte umano ha una bassa concentrazione proteica, almeno se comparato con il latte di altre specie, soprattutto il latte di mucca. Questa caratteristica non è una mancanza nutritiva, poiché ci sono delle ragioni in merito. I neonati umani sono progettati per crescere lentamente. Anche se è importante per gli esseri umani sviluppare un corpo forte, lo è ancor di più lo sviluppo cerebrale e l'apprendimento delle abilità sociali. Le esperienze che danno forma al cervello derivano dal contatto stretto tra la madre e l'infante, quando quest'ultimo è tenuto in braccio. Se i neonati umani raddoppiassero il loro peso in meno di 50 giorni, come fanno i vitellini, e continuassero a crescere, come farebbero le madri a prenderli in braccio e tenerli stretti a loro? I vitelli devono imparare a trovare l'erba migliore nei campi. I neonati umani devono imparare a lavorare con gli altri così che siano soddisfatti i bisogni di tutti.

Nonostante la concentrazione di proteine nel latte umano sia bassa, i tipi di amminoacidi che costituiscono queste proteine sono importanti. Uno in particolare, la taurina, si trova in grosse quantità. Degli studi mostrano che la taurina ha un ruolo importante nello sviluppo del cervello e degli occhi. Il corpo non può convertire altri tipi di amminoacidi in taurina, quindi la sua presenza nel latte umano è significativa – così significativa che alcuni produttori di latte artificiale hanno iniziato a introdurla nei loro prodotti.

Se lasciate che il latte aperto nel frigorifero s'inacidisca, vedrete che le proteine del latte rientreranno in due categorie: cagliata e siero. La cagliata, la proteina caseina, è costituita dai grumi mentre la parte liquida è il siero. Il latte di mucca è pressoché composto da proteine caseine che creano un composto elastico di non facile digestione per lo stomaco dei neonati. Il latte umano contiene più siero che cagliata e la cagliata che si forma è più soffice e più rapidamente digerita. Il bambini allattati al seno hanno fame più velocemente che i bambini allattati con latte artificiale perché le proteine del latte umano sono digerite con efficienza. Per digerire il latte umano è necessaria meno energia di quella necessaria per quello artificiale. Allattamenti frequenti assicurano inoltre maggiori attenzioni delle madri verso i neonati.

Grassi auto digerenti
C'è un'altra ragione per cui i neonati digeriscono il latte umano così rapidamente: il grasso del latte possiede l'enzima lipasi che scompone i grassi in globuli più piccoli facendo sì che questo nutriente possa essere assorbito al meglio dal flusso sanguigno. Il grasso è una risorsa importante di energia per i bambini, quindi, la presenza di questo enzima rende il latte umano particolarmente vantaggioso. Questa è una delle ragioni per cui il latte umano è così buono per i neonati prematuri, che hanno bisogno di molta energia per crescere ma i cui tratti digestivi sono ancora immaturi.

Un nutriente variabile per bisogni variabili. Il contenuto grasso del latte umano varia costantemente. Di solito, i livelli di grasso sono bassi all'inizio dell'allattamento e alti alla fine. I neonati poppano impazientemente per ottenere il basso concentrato di grassi, dissetante, per poi rallentare e soffermarsi sull'alto concentrato di grassi come dessert, alla fine del loro pasto. Il neonati che poppano di nuovo poco dopo ottengono maggiore quantità di grassi, quindi quei neonati che vengono allattati con maggiore frequenza durante un periodo di forte crescita assimilano più calorie. A intervalli maggiori tra gli allattamenti corrisponde anche una minore quantità di grassi nel latte prodotto. Questa evidenza nutrizionale del latte umano è una delle molte ragioni sul perché la tabella d'allattamento ogni 3 / 4 ore sia biologicamente incorretta.

 

Grassi intelligenti. Lo speciale tipo di grassi del latte umano è importante per lo sviluppo del cervello. Durante la crescita di un neonato, i nervi sono ricoperti da una sostanza chiamata mielina che aiuta la trasmissione tra i nervi attraverso il cervello e il corpo. Per sviluppare una mielina d'alta qualità, il corpo ha bisogno di certi tipi di acidi linoelici che si trovano in grosse quantità nel latte umano.

Vitamine e minerali
La vitamine e i minerali presenti nei prodotti artificiali non possono competere con quelli presenti nel latte umano, anche se i confronti milligrammo-per-milligrammo affermano il contrario. Quando i produttori di latte artificiale vogliono sapere quanto sia il bisogno giornaliero di una certa vitamina o minerale per un neonato, la prima cosa che cercano è quanto di quel nutriente sia presente nel latte umano e quanto latte un neonato di una certa età poppa. Tuttavia, non è sufficiente fare solo questi calcoli. Ancor più importante delle quantità di nutrienti nel latte è l'ammontare che è disponibile perché l'infante ne possa far uso – un principio nutrizionale chiamato biodisponibilità. La biodisponibilità di un nutriente è influenzato da molti fattori, inclusi la propria forma chimica e la presenza di altre sostanze.

Tre importanti minerali, calcio, fosforo e ferro, sono presenti nel latte umano con livelli inferiori rispetto a quelli dei prodotti artificiali ma nel latte umano questi minerali possiedono una maggiore biodisponibilità. Per esempio, dal 50% al 75% del ferro nel latte umano è assorbito nel flusso sanguigno del neonato. Con un prodotto artificiale, solo un 4% viene assorbito. Per ovviare alla scarsa biodisponibilità di minerali e vitamine aggiunti di fabbrica, i produttori incrementano le concentrazioni. Sembra logico, no? Se solo metà viene assorbito allora mettine il doppio nella confezione. Nonostante ciò, questa manipolazione dei nutrienti potrebbe avere un prezzo metabolico da pagare.

L'immaturo tratto intestinale dei neonati prevede l'eliminazione degli eccessi. Nel frattempo, l'eccesso non assorbito di minerali (soprattutto ferro) può disturbare “l'ecologia della pancia”, interferendo con la crescita della flora batterica intestinale e permettendo lo sviluppo di quella nociva. Questa è un altro motivo per cui i neonati che assumono latte artificiale producono feci più maleodoranti.

Per incrementare la biodisponibilità dei nutrienti, il latte umano contiene dei catalizzatori – delle sostanze che aumentano l'assorbimento di altri nutrienti. Per esempio, la vitamina C nel latte umano incrementa l'assorbimento del ferro. L'assorbimento dello zinco è favorito da altri fattori del latte umano. In un interessante esperimento, dei ricercatori hanno aggiunto quantità uguali di ferro e zinco a campioni di latte umano, artificiale, di mucca e fatto bere ad adulti volontari. La maggior parte dei nutrienti del latte umano è stata assorbita nel flusso sanguigno, mentre lo stesso non è avvenuto con il latte artificiale e quello di mucca. In sostanza, il latte umano favorisce il miglior assorbimento dei nutrienti per il neonato – nel sangue non nell'intestino.

Ormoni ed enzimi
Ogni anno, articoli su riviste mediche descrivono sempre più sostanze importanti presenti nel latte umano. Gli scienziati hanno appena cominciato a descrivere gli altri fattori del latte umano che potrebbero essere importanti per lo sviluppo e la crescita del neonato. Per esempio, altri enzimi oltre al lipasi servono per favorire la digestione dell'infante. Il fattore di crescita epidermico, presente nel latte in quantità significative, potrebbe servire per lo sviluppo di tessuti nel tratto digestivo e in altre zone. Altri ormoni nel latte potrebbero influenzare il metabolismo, la crescita e la fisiologia del neonato. Gli effetti potrebbero essere piccoli ma potrebbero anche avere implicazioni maggiori. Venire allattato al seno ha vantaggi che si propagano sino all'età adulta. La scienza ha solo cominciato a capire quali siano questi benefici.

2013 di AskDrSeras.com
Traduzione: Michele Bedendo
Editing: Laura Rizzotto

Link: http://www.askdrsears.com/topics/feeding-eating/breastfeeding/why-breast-is-best/nutrient-nutrient-why-breast-best

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Lo zucchero considerata la sostanza più pericolosa e che da più dipendenza dei nostri tempi, peggio delle sigarette e alcol

Mentre il resto del mondo è occupato ossessivamente dai pericoli del fumo e dell'alcol, i dirigenti del servizio per la salute di Amsterdam in Olanda stanno cercando di aumentare la consapevolezza riguardo a una minaccia per la salute più insinuante: lo zucchero. Secondo Paul Van der Velpen, lo zucchero è la sostanza più pericolosa e che crea più dipendenza dei tempi moderni, ed è necessario che vengano fatti più sforzi nell'interesse della salute pubblica, per far sì che le persone siano a conoscenza dei molti danni causati ovunque da questa droga.

In una lettera recente, pubblicata dal GGD Nederland, un'associazione dei servizi per la salute nazionali, Van der Velpen ha riportato il problema dell'obesità, le cui percentuali sono aumentate in Olanda negli ultimi anni. Sottolineando che l'obesità, che è relazionata con la sindrome metabolica, disturbi cardiovascolari e un mucchio di altri alimenti cronici, fiacca il sistema sanitario per decine di milioni di dollari ogni anno, Van de Velpen enfatizza che l'esercizio non è sufficiente per invertire questa tendenza.

Sfidando coraggiosamente le affermazioni dell'industria alimentare, che insiste che lo zucchero consumato “con moderazione” va bene, Van de Velpen indaga sull'attuale scienza dietro alla risposta del corpo allo zucchero rispetto a quella verso le proteine e i grassi. In questa lettera, Van de Velpen spiega che lo zucchero intensifica il desiderio di cibo, per esempio, e porta le persone a mangiare molto più di quello che altrimenti farebbero senza. Inoltre, evidenzia che lo zucchero interrompe il normale metabolismo del cibo portando quindi alla dipendenza.

“Proprio come l'alcol e il tabacco, lo zucchero è di fatto una droga,” scrive Van de Velpen, in una traduzione in inglese dall'originale olandese. “Ciò può sembrare esagerato e inverosimile ma oggi lo zucchero è la droga più pericolosa e può essere facilmente acquistata ovunque…L'uso dello zucchero dovrebbe essere scoraggiato e gli utenti dovrebbero essere consapevoli dei rischi.”

Gli europei consumano molto meno zucchero degli americani, ciò nonostante gli addetti alla salute riscontrano una tendenza all'aumento dell'epidemia.
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Se siete mai stati in Europa, allora avrete notato che la maggior parte dei cibi sono molto meno dolci di quelli venduti negli Stati Uniti. Nonostante questa differenza, Van de Velpen vede un'epidemia pubblica con una crescita importante nel suo paese, come risultato del consumo di zucchero. Quanto peggiore deve essere la situazione negli Stati Uniti dove gli addetti alla salute pubblica di solito evitano di evidenziare lo zucchero come elemento di rischio per la salute?

“Lo zucchero, di fatto, è una forma di dipendenza,” aggiunge Van de Velpen. “Semplicemente è difficile smettere di consumare dolci come lo è smettere di fumare. Per questo motivo le diete funzionano solo temporaneamente. Un terapia per le dipendenze è meglio. Le assicurazioni sulla salute dovrebbero finanziare questo tipo di terapia per i propri clienti obesi.”

È importante notare che Amsterdam da tempo è tollerante verso l'uso di altri tipi di sostanze normalmente proibite come la cannabis, una pianta che le autorità governative mondiali hanno da tempo definito una “droga”. La cannabis, ovviamente, non danneggia il corpo e non rappresenta una minaccia per la salute pubblica; da questo l'approccio disteso di Amsterdam al suo uso. Dall'altra parte però, lo zucchero è una minaccia reale e Van de Velpen spera che gli altri impareranno questa verità e che prenderanno provvedimenti.

25 Settembre 2013 di Jonathan Benson
Traduzione: Michele Bedendo
Editing: Matteo Bedendo

 

Link: http://www.naturalnews.com/042209_sugar_addictive_substances_cigarettes.html

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Lo studio sulla Cina. Il più completo studio sulla nutrizione mai condotto.

Cosa ci vorrà perché il riso vegetariano saltato in padella possa rimpiazzare un hamburger di manzo, come tipico pasto americano? Un cambio verso una dieta più basata sulle verdure è stato il consiglio nutrizionale per anni e il nuovo rapporto della Commissione consultiva delle linee guida nutrizionali non fa eccezione. Ne Lo studio sulla Cina, comunque, i Campbell si spingono più in là, sostenendo che “una buona dieta è l'arma più potente che abbiamo contro le malattie” e che la dieta più sana è quella basata esclusivamente su frutta e verdura(niente carne, latticini o uova e poco, se non niente, pesce). Un semplice passaggio a questa dieta, sostengono i Campbell, farà diminuire drasticamente il rischio di contrarre le malattie comuni nelle società occidentali, comprese le malattie auto-immuni, il cancro, le malattie del cuore e il diabete.

Mentre la ricerca genetica su ampia scala, per identificare i geni per queste stesse malattie, continua a fallire, e mentre questo fallimento sembra essere permanente (vedi Il grande deficit dei dati sul DNA: i geni per le malattie sono un miraggio?), questo consiglio sembra sempre più preveggente. Lo studio sulla Cina, venduto al pubblico come contenente “allarmanti implicazioni per la dieta, la perdita di peso e la salute a lungo termine”, spiega come i Campbell siano arrivati a credere che la scienza sostiene i benefici salutari di una dieta interamente basata sulle piante. Le loro conclusioni sono basate su studi di laboratorio, epidemiologici e clinici, portati avanti da loro e da altri. Questi comprendono i risultati dello studio sulla Cina originale, un'indagine sulle statistiche delle malattie, sulla dieta e lo stile di vita nei cittadini cinesi sia rurali che “occidentalizzati”.

La seconda parte dello Studio sulla Cina descrive gli effetti della dieta sulle malattie individuali e un'appendice comprende un breve riassunto di come una dieta basata su proteine animali può interagire con vari sistemi biochimici (come quelli che regolano il fattore di crescita della vitamina D e dell'insulina) per promuovere in genere la malattia umana. I Campbell citano anche studi clinici che mostrano come le diete basate sulle piante possono trattare con successo molte di queste stesse malattie. Lo studio eccelle in spiegazioni chiare e nei ragionamenti basati sui dati e insieme informa ma anche sfida gli scienziati e i non scienziati a riconsiderare le supposizioni scientifiche correnti sulla dieta.

Questa è una buona notizia. La cattiva notizia è che un'accurata informazione nutrizionale non sta raggiungendo il pubblico a causa dell'influenza della politica sulla scienza nutrizionale. Che sia un consiglio sulla dieta o la ricerca, i conflitti di interesse sono infiniti, poiché molti degli scienziati nei gruppi di esperti e nei corpi governativi, come anche quelli nei dipartimenti di scienze nutrizionali, sono strettamente legati alle industrie della carne. Un'altra sfida contro i consigli accurati sulla dieta è la prevalenza di riduzionismo, il concentrarsi sulle sostanze nutritive individuali o gli anti-nutrienti, e non su tutto il cibo o la dieta. E infine c'è l'onnipresente problema della “scienza d'industria” e dei pregiudizi che diffonde nella letteratura scientifica (vedi anche: Conflitto d'interessi: anche nell'agricoltura?).

Nella IV parte, i Campbell descrivono con la loro esperienza personale come tutti questi fattori cospirino per sostenere e addirittura promuovere la insalubre dieta americana basata sulla carne, mentre ostacola la raccolta e la diffusione di informazioni accurate sulla dieta.

Un messaggio finale importante è che le metodologie scientifiche attuali è probabile che mascherino la tendenza completa dell'impatto della dieta sulla salute. Molti studi nutrizionali di americani paragonano diete che sono piene di proteine, la maggior parte derivanti da animali. Questo è vero per gli studi su diete con alti livelli di grassi e per diete con bassi livelli di grassi e anche quelle che comprendono diete vegetariane (che di solito sostituiscono la carne con alti livelli di latticini). Il risultato, secondo gli autori, è di oscurare il più importante fattore di malattia collegata alla dieta – la proteina animale [1].

Un cambiamento verso diete basate completamente sulle piante, come confronto di riferimento per gli studi sulla salute, collegata alla dieta potrebbe quindi provvedere una ricchezza di nuove conoscenze nella malattia umana.

Lo studio sulla Cina dice chiaramente che gli scienziati e il pubblico dovranno combattere duramente per liberare gli studi nutrizionali e i consigli sulla nutrizione dal pregiudizio e dal controllo di interessi, ma che i benefici nel farlo saranno enormi. Con la promessa che una totale, o quasi totale, dieta a base vegetale conduce ad un miglioramento della salute umana, senza menzionare la promessa che un sistema di cibo basato sulle piante migliora l'ambiente (Baroni et al., 2007). C'è da sperare che gli scienziati e i politici trovino Lo studio sulla Cina interessante da leggere, come individui che sperano di prendersi la responsabilità della propria salute.

[1] Sebbene non siano menzionati dai Campbell, questi studi potrebbero oscurare collegamenti tra il consumo di una dieta a base di carne e le malattie infettive. Byres et al (2008) hanno mostrato che un zucchero (Neu5Gc) incorporato sulla superficie di cellule umane è l'obiettivo vincolante per la Subtilase cytotoxin, una potente tossina animale prodotta dall' E. coli. Non solo sono prodotti animali (specialmente carne rossa e latticini) l'origine nutrizionale della Neu5Gc trovata nelle cellule animali ma i prodotti animali sono anche la fonte principale della malattia dell'organismo.

Riferimenti

Baroni et al. (2007) Valutare l'impatto ambientale dei vari schemi nutrizionali in rapporto ai differenti sistemi di produzione del cibo. European Journal of Clinical Nutrition 61:279-286.

Byres et al. (2008) L'incorporamento di un glycan non umano fa da intermediario alla suscettibilità umana verso una tossina batterica. Nature 456:648-652.

6 febbraio 2010 T. Colin Campbell, PhD and Thomas M. Campbell II
Traduzione: Laura Rizzotto
Editing: Matteo Bedendo

 

Link: http://independentsciencenews.org/health/the-china-study/

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Seconda parte: Banca dei semi per eventi catastrofici nell’artico

Prima parte

Tornando a Svalbard
È semplicemente negligenza filosofica?

Cosa porta le fondazioni Gates e Rockfeller a sostenere allo stesso tempo la proliferazione di semi brevettati e ben presto semi terminator per tutta l'Africa, un processo che come ha fatto in ogni altro posto sulla Terra, distrugge le varietà di piante appena vengono introdotte le monoculture industrializzare dell'industria agraria?

Allo stesso tempo investono 10 milioni di dollari per preservare ogni varietà di seme, conosciuta, in una banca a prova di bomba e di giudizio universale, vicino al remoto Circolo polare artico “così che la diversità dei campi possa essere conservata per il futuro” per rimanere alla loro versione ufficiale?
Non è un caso che le fondazioni Rockfeller e Gates si siano unite per spingere una rivoluzione verde, stile OGM, in Africa e allo stesso tempo finanzino senza far rumore la banca dei semi per eventi catastrofici a Svalbard. I giganti dell'industria agraria OGM hanno drizzato le orecchie nel progetto di Svalbard.

Certamente, l'intera iniziativa di Svalbard e le persone coinvolte richiamano le peggiori immagini catastrofiche del bestseller di Micheal Cricthon, Andromeda Strain, un thriller fantascientifico dove una malattia mortale di origine extraterrestre causa una rapida fatale coagulazione del sangue, minacciando l'intera specie umana. A Svalbard, il futuro deposito di semi più sicuro al mondo sarà difeso da poliziotti della rivoluzione verde OGM – le fondazioni Rockfeller e Gates, Syngenta, DuPont e CGIAR.

Il progetto di Svalbard sarà portato avanti da un'organizzazione chiamata Custodia globale per la diversità dei campi (GCDT). Chi sono loro per avere in affidamento l'intera varietà di semi del pianeta? La GCDT fu fondata dalla FAO e dalla International Bioversity (ex Istituto internazionale per la ricerca genetica delle piante), un ramo della CGIAR.

La GCDT ha sede a Roma. Il consiglio ha a capo Margaret Catley-Carlson una canadese presente anche nel comitato consultivo del gruppo Suez Lyonnaise des Eaux, una delle compagnie d'acqua private più grandi al mondo. Catley-Carlosn è stata anche presidente, sino al 1998, del Population Council a New York, l'organizzazione di John D. Rockfeller per la riduzione della popolazione. Formata nel 1952 per anticipare il programma di eugenetica della famiglia Rockfeller, sotto la copertura di promuovere la pianificazione familiare, dispositivi per il controllo delle nascite, sterilizzazione e controllo della popolazione nei paesi in via di sviluppo.

Altri membri del consiglio della GCDT includono il presidente di Bank of America e capo attuale della Dreamworks Animation di Hollywood, Lewis Coleman. Coleman è anche il capo della commissione dei direttori della Morthrup Grumman Corporation, uno dei più grandi fornitori d'America dell'industria militare e del Pentagono.
Jorio Dauster (Brasile) è anche capo del consiglio della Brasil Ecodiesel. Oltre a essere ambasciatore ufficiale del Brasile dell'Unione europea, e Capo negoziatore del Brasile per il debito estero del Ministero delle finanze, Dauster ha anche prestato servizio come presidente dell'Istituto per il caffè brasiliano e come coordinatore del progetto per la modernizzazione del sistema de brevetti del Brasile, che coinvolge la legalizzazione dei brevetti sui semi geneticamente modificati, sino a quando non sono stati recentemente proibiti dalla legge brasiliana.

Cary Fowler è direttore esecutivo della Trust. Fowler era professore e direttore di ricerca nel Dipartimento per gli studi internazionali per lo sviluppo e l'ambiente all'Università norvegese di Scienze naturali. Era anche consulente anziano del direttore generale di Bioversity International.

Lì rappresentava il Centro per i raccolti futuri della CGIAR nelle negoziazioni sui trattati internazionali sulle Risorse per la genetica delle piante. Negli anni '90 era a capo del Programma internazionale sulle risorse per la genetica delle piante alla FAO. Abbozzò e supervisionò le negoziazioni del Piano globale di azione per le risorse sulla genetica delle piante della FAO, adottate da 150 paesi nel 1996. Era un ex membro della Commissione nazionale per le risorse sulla genetica delle piante degli Stati Uniti e del gruppo dei membri del consiglio di amministrazione del Centro internazionale per il mais e incremento del grano in Messico, un altro progetto della Fondazione Rockfeller e della CGIAR.

Il dottor Mangala Rai membro della commissione del GCDT dell'India è il Segretario del Dipartimento indiano della ricerca ed educazione agricola (DARE) e Direttore generale del Consiglio indiano per la ricerca agricola (ICAR). È anche membro della commissione dell'Istituto internazionale per la ricerca sul riso (IRRI) della Fondazione Rockfeller, la quale ha promosso il più grande esperimento OGM, il tanto pubblicizzato “Riso d'oro” che fu un fallimento. Rai è stato membro della commissione del Centro internazionale per il mais e incremento del grano (CIMMYT), ed era membro del Consiglio esecutivo della CGIAR.

Sono inclusi, ovviamente, i donatori mondiali per la custodia della diversità dei campi o angeli finanziatori; usando le parole del classico di Humphrey Bogart, Casablanca “tutti i soliti sospetti”. Come le fondazioni Rockfeller e Gates i donatori includono anche i giganti degli OGM DuPont-Pioneer Hi-Bred, Sungenta di Basilea, Svizzera, CGIAR e l'energetica agenzia pro-OGM per lo sviluppo e aiuto del Dipartimento di Stato (USAID). Sembra davvero che abbiamo le volpi dell'OGM e della riduzione della popolazione a guardia del pollaio del genere umano, la diversità dei semi mondiale immagazzinata a Svalbard. [8]

Perché Svalbard, ora?
Ci possiamo legittimamente chiedere perché Bill Gates e la Fondazione Rockfeller insieme con i più grandi giganti dell'industria ingegneristica agraria come DuPont e Syngenta, insieme con la CGIAR stanno costruendo una banca dei semi per il giorno del giudizio, nell'artico.

Prima di tutto chi utilizza questa banca? Selezionatori di sementi e ricercatori sono i maggiori utilizzatori delle banche dei semi. Oggi i più grandi selezionatori di sementi sono Monsanto, DuPont, Syngenta e Dow Chemical, i giganti globali dei brevetti OGM. Sin dall'inizio del 2007 la Monsanto detiene i diritti per il brevetto mondiale, insieme con il governo degli Stati Uniti, per la pianta così chiamata Terminator o Tecnologia genetica ad uso restrittivo (GURT).
Terminator è una tecnologia di cattivo auspicio, per la quale un seme brevettato per il commercio si suicida dopo un raccolto. Il controllo dalle compagnie private delle sementi è totale. Un tale controllo e potere sulla catena alimentare non è mai esistito prima nella storia del genere umano.

Questo tratto astuto geneticamente ingegnerizzato del Terminator obbliga gli agricoltori a tornare ogni anno da Monsanto o altri fornitori di sementi OGM per avere nuovi semi di riso, soia, mais, grano ogni cosa riguardante le grandi piantagioni, necessaria a dar da mangiare alla popolazione. Se largamente diffusa su tutto il globo, potrebbe forse in un decennio circa fare della maggior parte dei produttori di cibo al mondo i nuovi servi feudali legati a 3 o 4 giganti compagnie delle sementi come Monsanto o DuPont o Dow Chemical.
Ciò potrebbe certamente anche aprire la porta a queste compagnie private, forse sotto gli ordini dei governi che le ospitano; Washington rifiuta i semi a uno o all'altro paese in via di sviluppo, le cui politiche vanno contro quelle di Washington. Quelli che dicono “non può accadere qui” dovrebbero guardare più attentamente agli eventi nel mondo. La mera esistenza di quella concentrazione di potere in 3 0 4 giganti privati dell'industria agraria americana è sufficiente per vietare legalmente tutti i campi OGM, anche se il loro raccolto avesse un guadagno reale, il che non è chiaramente così.

Queste compagnie private, Monsanto, DuPont, Dow Chemical a malapena hanno una reputazione limpida in termini di gestione della vita umana. Hanno sviluppato e moltiplicato innovazioni come diossina, PCB e Agente arancio (utilizzato nella guerra del Vietnam per il disboscamento, ndT). Hanno occultato per decenni la chiara prova che l'uso di prodotti chimici tossici era cancerogeno e aveva altre gravi conseguenze per la salute umana. Hanno sepolto ricerche scientifiche serie riguardo al più diffuso erbicida al mondo, il glifosato, l'ingrediente essenziale nell'erbicida Roundup della Monsanto, che è legato all'acquisto del maggior numero di sementi geneticamente modificati della Monsanto, ed è tossico quando penetra nelle falde acquifere. [9] La Danimarca ha proibito il glifosato nel 2003 quando confermò che aveva contaminato le falde del paese [10]

La diversità immagazzinata nella banca dei semi è il materiale grezzo per la coltura delle sementi e un grande affare per la ricerca di base biologica. Diversi centinaia di migliaia di campioni vengono distribuiti a questo scopo. La FAO dell'ONU elenca qualcosa come 1400 banche del seme in tutto il mondo, la più grande appartiene al governo americano. Altre grandi banche sono della Cina, Russia, Giappone, India, Sud Corea, Germania e Canada in ordine discendente per dimensione. In aggiunta il CGIAR gestisce una catena di banche del seme in centri selezionati in tutto il mondo.
Il CGIAR, costituito nel 1972 dalla Fondazione Rockfeller e dalla Fondazione Ford con l'intento di divulgare il loro modello di rivoluzione verde d'industria agraria, controlla la maggior parte delle banche private dalle Filippine alla Siria, al Kenia. In tutte queste banche dei semi attualmente sono tenuti più di 6 milioni e mezzo di varietà di semi, quasi 2 milioni dei quali sono diversi. La Banca dei semi per il giorno del giudizio di Svalbard avrà la capacità di tenere 4 milioni e mezzo di semi differenti.

Gli OGM come un'arma per la guerra biologica?
Ora arriviamo al cuore del problema e il potenziale uso improprio inerente il progetto di Svalbard da parte delle fondazioni Bill Gates e Rockfeller. Può lo sviluppo di semi brevettati per la maggior parte dei campi, per produzione alimentare al mondo, come riso, mais, grano e mangimi come la soia essere usato infine come un'orribile forma per la guerra biologica?

Lo scopo esplicito delle lobby eugenetiche fondate dalle famiglie benestanti d'elite come Rockfeller, Carnegie, Harriman e altri sin dal 1920, ha rappresentato quella che viene chiamata eugenetica negativa, la soppressione sistematica di linee di sangue indesiderate. Margaret Sanger, una sveglia eugenista, fondatrice della Planned Parenthood International (Pianificazione delle nascite internazionale) e intima della famiglia Rockfeller, ha creato qualcosa chiamato The Negro Project (Il progetto Negro) nel 1939, a Harelm, il cui scopo era, come ha confidato in una lettera ad un amico, “vogliamo sterminare la popolazione negra”. [11]

Una piccola compagnia biotecnologica della California, Epicyte, nel 2001 ha annunciato lo sviluppo di un mais geneticamente modificato, che conteneva uno spermicida che rendeva lo sperma degli uomini che lo mangiavano sterili. Al tempo Epicyte aveva un accordo per diffondere la sua tecnologia con DuPont e Syngenta, due degli sponsor della Banca di Svalbard. Epicyte da allora fu acquisita da una compagnia biotecnologica del Nord Carolina. Fu impressionante apprendere che Epicyte aveva sviluppato il suo mais OGM spermicida, con i fondi per la ricerca del Dipartimento dell'Agricoltura americano, lo stesso USDA che, aldilà delle opposizioni mondiali, continuò a finanziare gli avanzamenti della tecnologia Terminator, ora tenuta da Monsanto.

Nel 1990 l'Organizzazione mondiale per la sanità dell'ONU lanciò una campagna per vaccinare milioni di donne in Nicaragua, Messico e Filippine tra l'età di 15 e 45 anni, apparentemente contro il tetano, un malessere che derivava da cose come calpestare un chiodo arrugginito. Il vaccino non fu dato agli uomini o ai ragazzi, aldilà del fatto che erano altrettanto capaci di incappare in un chiodo arrugginito come le donne.
A causa di quella curiosa anomalia, il Comitato Pro vida del Messico, una organizzazione laica romana cattolica, si insospettì, e testò dei campioni del vaccino. Il test rivelò che il vaccino per il tetano diffuso dall'OMS, solo alle donne in età per procreare, conteneva l'ormone umano gonadotropina corionica o hCG, un ormone naturale che quando combinato con la tossina portatrice del tetano, stimola gli anticorpi rendendo una donna incapace di mantenere una gravidanza. A nessuna delle donne vaccinate fu detto.

Più tardi uscì fuori che la Fondazione Rockfeller insieme con il Consiglio per la popolazione dei Rockfeller, la Banca mondiale (casa del CGIAR), e l'Istituto nazionale per la salute degli Stati Uniti furono coinvolti in un progetto, lungo 20 anni, iniziato nel 1972, per sviluppare il vaccino per l'aborto nascosto con il portatore del tetano per l'OMS. In aggiunta, il governo della Norvegia, il padrone di casa della Banca dei semi per eventi catastrofici, ha donato 41 milioni di dollari per sviluppare il vaccino per l'aborto speciale del tetano. [12]

È una coincidenza che queste stesse organizzazioni, dalla Norvegia alla Fondazione Rockfeller alla Banca mondiale sono anche coinvolte nel progetto per la Banca dei semi a Svalbard? Secondo il professor Francis Boyle, che abbozzò la legge antiterrorismo per armi biologiche del 1989 promulgata dal Congresso degli Stati Uniti, il Pentagono sta “ora preparandosi a combattere e vincere la guerra biologica” come parte delle due direttive strategiche nazionali di Bush adottate, egli fa notare, “senza la conoscenza e revisione del pubblico” nel 2002. Boyle aggiunge che nei soli anni dal 2001-2004 il Governo degli Stati Uniti ha speso 14.5 miliardi di dollari per lavori relativi alla guerra civile biologica, una cifra impressionante.

Il biologo Richard Ebright dell'Università di Rutgers stima che oltre 300 istituzioni scientifiche e altre 12.000 indipendenti in America, hanno oggi accesso a patogeni adatti alla guerra biologica. Ci sono solo 497 centri garantiti dal governo americano per la ricerca su malattie infettive con un potenziale per la guerra biologica. Certamente questo è stato giustificato sotto la categoria della difesa contro possibili attacchi di terrorismo, come oggi spesso accade.
Molti dei dollari spesi dal governo americano sulla ricerca per la guerra biologica involvono la ricerca genetica. Il professore biologo del MIT, Jonathan King dice che: “I crescenti programmi sul bio-terrorismo rappresentano un pericolo emergente significativo per la nostra popolazione”, aggiungendo che “mentre questi programmi sono sempre chiamati di difesa, con armi biologiche, i programmi di difesa e attacco si sovrappongono quasi completamente”. [13]

Il tempo ci dirà se, Dio ce ne scampi e liberi, la Banca dei semi per eventi catastrofi a Svalbard di Bill Gates e la Fondazione Rockfeller è parte di un'altra Soluzione finale, che coinvolge l'estinzione del tardivo grande pianeta Terra.

1 maggio 2013 di F. William Enqdahl
Traduzione: Matteo Bedendo
Editing: Laura Rizzotto

Link: http://www.globalresearch.ca/doomsday-seed-vault-in-the-arctic-2/23503

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Prima parte: Banca dei semi per eventi catastrofici nell’artico

Una cosa di cui non si può accusare il fondatore di Microsoft è di pigrizia. Programmatore all'età di 14 anni, fondò la Microsoft a 20, mentre ancora era uno studente di Harvard. Nel 1995 è stato elencato da “Forbes” come uomo più ricco, essendo il maggior azionista della sua Microsoft, una compagnia dove la sua guida senza sosta l'ha portata a essere un monopolio di fatto nei sistemi software per pc.

Nel 2006 quando il più delle persone, nella stessa posizione, avrebbero pensato a ritirarsi in una tranquilla isola del pacifico, Bill Gates decise di dedicare le sue energie alla sua Fondazione Bill e Melinda Gates: la più grande e (come si dichiara) “trasparente” fondazione privata al mondo. Con un enorme sovvenzionamento di 34,6 miliardi di dollari e con una spesa legale di 1,5 miliardi di dollari all'anno per progetti di beneficenza in tutto il mondo, in modo da mantenere la sua esenzione dalle tasse come ente che fa beneficenza.

Un regalo dell'amico Warren Buffett, socio in affari e mega investitore che nel 2006, con qualcosa come 30 miliardi di valore in azioni della Berkshire Hathaway di Buffet, ha portato la fondazione di Gates al vertice; spendendo quasi la stessa somma dell'intero budget annuale, dell'Organizzazione mondiale per la sanità dell'ONU.

Per cui quando Bill Gates decide di investire attraverso la sua Fondazione Gates, qualcosa come 30 milioni del suo duro guadagno in un progetto, vale la pena dargli un'occhiata.
Nessun progetto è altrettanto interessante, al momento, del curioso piano in uno dei punti più remoti del pianeta, Svalbard. Bill Gates sta investendo milioni, in una banca dei semi nel mare di Barents vicino all'Oceano Artico, distante 1.100 km dal Polo Nord. Svalbard è un desolato pezzo di roccia reclamata dalla Norvegia e ceduta nel 1925 dal trattato internazionale (vedi mappa).
In questa isola dimenticata da Dio, Bill Gates sta investendo dieci dei suoi milioni insieme con la Fondazione Rockfeller, Monsanto, la Fondazione Syngenta e il governo norvegese, insieme ad altri; in quella che viene chiamata la “banca dei semi contro eventi catastrofici”. Ufficialmente il nome del progetto è: La camera di sicurezza mondiale dei semi di Svalbard, sull'isola norvegese di Spitsbergen parte del gruppo delle isole di Svalbard.

La banca dei semi è stata costruita all'interno di una montagna sull'isola di Spitsbergen, vicino al piccolo villaggio di Longyearbyen. È quasi pronta per gli affari secondo i loro comunicati. Avrà due porte a prova di esplosione, con sensori di movimento, due camere stagne e mura di cemento rinforzate con ferro, spesse un metro. Conterrà sino a 3 milioni di differenti varietà di semi da tutto il globo, “cosicché la biodiversità potrà essere conservata per il futuro”, stando al governo norvegese. I semi saranno avvolti in modo speciale per evitare l'umidità. Non ci sarà personale a tempo pieno, in modo che la relativa inaccessibilità della banca faciliterà il monitoraggio di ogni attività umana possibile.

Ci siamo persi qualcosa?

Il loro comunicato stampa ha dichiarato: “cosìcché la biodiversità potrà essere conservata per il futuro”. Quale futuro gli sponsor della banca dei semi prevedono che minaccerà l'attuale disponibilità di semi mondiale, di cui la quasi totalità sono già ben protetti in banche dei semi, ben progettate, in tutto il mondo?
Ogni volta che Bill Gates, la Fondazione Rockfeller, Monsanto e Syngenta si uniscono su un progetto comune vale la pena scavare un po' più in profondità delle rocce di Spitsbergen. Quando lo abbiamo fatto, abbiamo trovato alcune cose affascinanti.
Il primo punto da notare è chi sta sponsorizzando la banca dei semi contro eventi catastrofici. A unirsi qui ai norvegesi ci sono, come sottolineato: la Fondazione Bill e Melinda Gates; il gigante americano dell'industria agraria DuPont/Pioneer Hi-Bred, uno dei maggiori detentori di patenti per sementi OGM e relativi prodotti chimici agricoli; Syngenta, la maggiore compagnia svizzera di semi OGM e prodotti chimici, attraverso la sua Fondazione Syngenta; la Fondazione Rockfeller, il gruppo privato che ha creato la “rivoluzione genetica, con oltre 100 milioni di dollari di semi venduti sin dal 1970”; CGIAR, la rete globale creata dalla Fondazione Rockfeller per promuovere il suo ideale di purezza genetica attraverso un nuovo modo di fare agricoltura.

CGIAR e “il Progetto”
Come ho approfondito nel libro I semi della distruzione [1], nel 1960 la Fondazione Rockfeller, il comitato per lo sviluppo agricolo di John D. Rockfeller III e la Fondazione Ford unirono le forze per creare l'Istituto internazionale per la ricerca sul riso (IRRI) a Los Banõs, nelle Filippine.
Nel 1971 l'IRRI della Fondazione Rockfeller insieme con il Centro internazionale per il mais in Messico e il centro per il miglioramento del grano e le altre due fondazioni Rockefeller e Ford crearono centri di ricerca internazionali, l'IITA per l'agricoltura tropicale in Nigeria e l'IRRI per il riso nelle Filippine, unite insieme per un Gruppo di consulenza globale per la Ricerca internazionale sull'agricoltura (CGIAR).

Il CGIAR fu formato durante una serie di incontri privati, tenuti al centro conferenze della Fondazione Rockfeller a Bellagio in Italia. I partecipanti chiave alla conferenza di Bellagio furono George Harrar della Rockfeller, Forrest Hill della Ford, Robert McNamara della Banca mondiale e Maurice Strong, l'organizzatore internazionale per l'ambiente della famiglia Rockfeller, che come fiduciario della fondazione, organizzò il Summit per la Terra dell'ONU nel 1972. La prolungata attenzione, durata decenni, della fondazione fu parte del cambiamento della scienza verso l'eugenetica, una versione odiosa della purezza della razza, che è stata chiamata: il Progetto.
Per assicurare il massimo impatto, il CGIAR, durante l'Organizzazione per il cibo e l'agricoltura dell'ONU, redasse il programma di Sviluppo dell'ONU e della Banca mondiale. Per cui, attraverso un'influenza ben programmata dei suoi fondi iniziali, la Fondazione Rockfeller dall'inizio del 1970 fu in una posizione per modellare la politica agricola mondiale. E la modellò.

Le fondazioni Rockfeller e Ford finanziarono studi con generose borse di studio, il CGIAR si assicurò che i ricercatori agricoli e agronomi del terzo mondo venissero portati negli Stati Uniti per “padroneggiare” le basi della moderna produzione dell'industria agraria, per poterli poi riportare a casa. Durante questo processo crearono un'inestimabile rete di influenza per gli investitori americani in quei paesi, specialmente per quelli che promuovevano per lo più gli OGM con “la rivoluzione genetica” nei paesi in via di sviluppo. Tutto in nome della scienza, dell'efficienza e del libero mercato agricolo.

Ingegneria genetica per una razza madre?
Adesso, la Banca dei semi di Svalbard inizia a diventare interessante. E c'è di più. “Il Progetto” a cui mi riferisco è il progetto della Fondazione Rockfeller e dei potenti interessi finanziari iniziato nel 1920 per usare l'eugenetica, più tardi rinominata genetica, per giustificare la creazione di una razza madre geneticamente modificata. Hitler e i nazisti la chiamarono la razza madre ariana.
L'eugenetica di Hitler era finanziata in larga misura dalla stessa Fondazione Rockfeller, che oggi sta costruendo una fortezza per i semi contro eventi catastrofici, per preservare i campioni di ogni seme sul nostro pianeta.

Ora la cosa si fa davvero intrigante. La stessa Fondazione Rockfeller creò la pseudo disciplina scientifica nota come biologia molecolare. Nell'implacabile speranza di ridurre la vita umana “a una sequenza di geni” che loro sperano possa essere modificata per poter cambiare le caratteristiche umane a comando. Gli scienziati eugenetici di Hitler, molti dei quali furono portati senza fare rumore negli Stati Uniti dopo la guerra, per continuare le loro ricerche biologiche eugenetiche posero le basi per l'ingegneria genetica di varie forme di vita, molte delle quali supportate apertamente all'interno del terzo Reich dai generosi finanziamenti della Fondazione Rockfeller. [2]

La stessa Fondazione Rockfeller ha creato la così chiamata rivoluzione verde, durante un viaggio in Messico nel 1946 di Nelson Rockfeller e dell'ex Segretario per l'agricoltura e fondatore della Pioneer Hi-Bred Henry Wallace.
La rivoluzione verde pretendeva di risolvere il problema della fame mondiale a cominciare dal Messico, India e altri paesi selezionati dove i Rockfeller operavano. L'agronomo della fondazione Norma Borlaug, vinse il premio Nobel per la pace per il suo lavoro, qualcosa di cui difficilmente ci si può vantare quando lo si condivide con persone come Henry Kissinger.
In realtà, come emerse più tardi negli anni, la rivoluzione verde fu un geniale progetto della famiglia Rockfeller per sviluppare un mercato globale agricolo con il quale avrebbero potuto creare un monopolio, come già fatto 50 anni prima all'inizio dell'industria mondiale del petrolio. Come ha dichiarato Henry Kissinger nel 1970 “se controlli il petrolio controlli il paese; se controlli il cibo, controlli la popolazione”.
L'industria agraria e la rivoluzione verde dei Rockfeller andarono a braccetto. Erano parte di una più grande strategia, che includeva la Fondazione Rockfeller nel finanziamento della ricerca per lo sviluppo dell'ingegneria genetica di piante e animali negli anni a venire.

John H. Davis è stato l'assistente del Segretario per l'agricoltura sotto il presidente Dwight Eisenhower nei primi anni '50. Lasciò Washington nel 1955 e andò alla Scuola d'impresa di Harvard per laureati, un posto insolito per un esperto di agricoltura in quei giorni.
Aveva una chiara strategia. Nel 1956, Davis scrisse un articolo nel rivista della Scuola di Harvard per laureati in cui dichiarava che “il solo modo per risolvere il cosiddetto problema delle fattorie una volta per tutte, evitando scomodi programmi governativi, è di avanzare dall'agricoltura all'agricoltura di mercato”. Sapeva esattamente cosa aveva in mente, sebbene fosse chiaro per pochi altri al tempo – una rivoluzione nella produzione agricola che concentrasse il controllo della catena alimentare nelle mani delle multinazionali, lontano dalle tradizionali fattorie familiari. [3]

Un aspetto cruciale che guida gli interessi della Fondazione Rockfeller e le compagnie americane agricole era il fatto che la rivoluzione verde era basata sulla proliferazione di nuovi semi ibridi nei mercati in via di sviluppo. Un aspetto vitale dei semi ibridi era la loro mancanza di capacità riproduttiva.
Gli ibridi furono costruiti con la protezione contro la moltiplicazione. Non come le normali specie impollinate, il cui seme ne produce uno simile al genitore; il rendimento del seme portatore, da piante ibride, era nettamente inferiore a quello della prima generazione.
Tale diminuzione del raccolto come caratteristica degli ibridi significa che gli agricoltori devono normalmente comprare semi ogni anno per poter ottenere alte produzioni. Tuttavia, la bassa produzione della seconda generazione eliminava il commercio dei semi, che era spesso fatto dai produttori di semi senza l'autorizzazione del produttore di sementi. Ciò preveniva la ridistribuzione dei semi commerciali dagli intermediari. Se le grandi compagnie multinazionali dei semi erano in grado di controllare i semi genitoriali nel loro sviluppo in laboratorio, nessun competitor o agricoltore sarebbe stato in grado di produrre gli ibridi.
La concentrazione globale di semi ibridi con brevetto nelle mani di giganti compagnie delle sementi, capitanate da Pioneer Hi-Bred della DuPont e Dekalb della Monsanto, hanno messo le basi per la prossima rivoluzione dei semi OGM. [4]

In effetti, l'introduzione della moderna agricoltura americana, dei fertilizzanti chimici e semi ibridi commerciali ha reso gli agricoltori dei paesi in via di sviluppo, in particolare quelli più grandi e più affermati, dipendenti dai contributi esteri, per lo più del mercato agrario statunitense e delle compagnie petrolchimiche. Fu il primo passo di quello che doveva essere un processo decennale attentamente pianificato.
Con la rivoluzione verde del mercato agrario stavano aumentando maggiormente le incursioni sui mercati, che erano precedentemente limitate agli esportatori americani. L'andamento fu più tardi nominato agricoltura orientata al mercato. In verità era agricoltura controllata dal mercato.
Attraverso la rivoluzione verde, la Fondazione Rockfeller e più tardi la Fondazione Ford lavorarono gomito a gomito modellando e supportando gli obiettivi della politica estera della Agenzia degli Stati Uniti per lo Sviluppo Internazionale (USAID) e della CIA.

Uno degli effetti maggiori di questa rivoluzione fu l'abbandono della campagna da parte dei contadini, che erano costretti a volare nelle baraccopoli intorno alle città alla disperata ricerca di lavoro. Questo non fu un caso; faceva parte di un piano per creare bacini di lavoro a basso costo per le imminenti produzioni delle multinazionali, la globalizzazione degli ultimi anni.
Quando l'auto promozione intorno alla rivoluzione verde andò scemando, i risultati furono abbastanza differenti da quello che era stato promesso. L'uso indiscriminato dei nuovi pesticidi chimici creò problemi, spesso con serie conseguenze per la salute. La coltivazione monocoltura della nuova varietà di semi ibridi diminuì la fertilità del terreno e i raccolti nel lungo periodo. I primi risultati furono impressionanti: raccolti duplicati o anche triplicati su alcuni campi come il grano e più tardi il mais in Messico. Tutto ciò presto svanì.

La rivoluzione verde fu come al solito accompagnata da un'ampia proliferazione di progetti, che spesso includevano prestiti dalla Banca mondiale per costruire nuove grandi dighe e inondare aree precedentemente abitate e terre fertili agricole. Inoltre il super grano produsse raccolti maggiori saturando il terreno con enormi quantità di fertilizzante per acro. Il fertilizzante è il prodotto di nitrati e petrolio, risorse controllate dai Rockfeller dominate dalle Sette Sorelle, le maggiori compagnie di petrolio.
Grandi quantità di erbicidi e pesticidi furono anche usate, creando nuovi mercati per i giganti del petrolio e chimici. Come sottolineò un analista, in effetti, la rivoluzione verde era meramente una rivoluzione chimica. In nessun modo, i paesi in via di sviluppo potevano pagare l'enorme quantità di fertilizzanti chimici e pesticidi. Avrebbero ottenuto un credito di cortesia dalla Banca mondiale e speciali prestiti dalla Chase Bank e altre grandi banche di New York, sostenute dalle garanzie del governo americano.

Richiesti in gran numero dai paesi in via di sviluppo, questi prestiti andarono principalmente a grandi proprietari terrieri. Per i piccoli contadini la situazione era differente. I piccoli agricoltori non potevano permettersi i nuovi prodotti moderni e chimici e dovevano chiedere soldi in prestito.
All'inizio diversi programmi governativi provarono a fornire alcuni prestiti ai contadini così che potessero acquistare i semi e i fertilizzanti. Gli agricoltori che non potevano partecipare a questo tipo di programma dovevano chiedere al settore privato; a causa dell'esorbitante tasso d'interesse per prestiti informali, molti tra i piccoli agricoltori non ottenevano nemmeno i guadagni delle iniziali grandi mietiture.
Dopo il raccolto dovevano vendere la maggior parte, se non tutto, il loro prodotto per ripagare il prestito e l'interesse. Divennero dipendenti dei prestatori di soldi e dei commercianti spesso perdendo la loro terra. Anche con prestiti minori dalle agenzie governative, la crescente sussistenza dei campi diede il via alla produzione dei cash crops (raccolti coltivati per il loro valore economico sul mercato, ndT). [5]

Da decenni gli stessi interessi, inclusa la Fondazione Rockfeller che supportò l'iniziale rivoluzione verde, hanno lavorato per promuovere una seconda “rivoluzione genetica” come il presidente della Fondazione Rockfeller, Gordon Conway l'ha definita diversi anni fa: la diffusione dell'agricoltura industriale e i prodotti commerciali inclusi i semi brevettati OGM.

Gates, Rockfeller e la rivoluzione verde in Africa
Avendo chiaro in mente il contesto della rivoluzione verde della Fondazione Rockfeller del 1950, risulta particolarmente curioso che la stessa Fondazione insieme con la Fondazione Gates, che stanno ora investendo milioni di dollari nel preservare ogni seme per un possibile scenario “apocalittico”, stiano anche investendo milioni in un progetto chiamato l'Alleanza per la rivoluzione verde in Africa.

L'AGRA, come si fa chiamare, è un'alleanza contro la stessa rivoluzione verde che la Fondazione Rockfeller ha creato. Uno sguardo al consiglio di amministrazione dell'AGRA ce lo conferma. Esso comprende niente di meno che l'ufficiale segretario generale delle Nazioni Unite Kofi Annan come presidente. Nel suo discorso di accettazione a un evento del Forum per l'economia mondiale a Città del Capo in Sud Africa nel giugno del 2007, Kofi Annan dichiarò:

accetto questa sfida con gratitudine per la Fondazione Rockfeller, per la Fondazione Bill&Melinda Gates e tutti gli altri che supportano la nostra campagna africana”.

Inoltre i membri del consiglio dell'AGRA comprendono un sud africano, Strive Masiyiwa, che è l'amministratore fiduciario della Fondazione Rockfeller, Sylvia M. Mathews della Fondazione Bill&Melinza Gates, Mamphela Ramphele, Direttore ufficiale della Banca mondiale (2000-2006), Rajiv J. Shah della Fondazione Gates, Nadya k. Shmavonian della Fondazione Rockfeller, Roy Steiner della Fondazione Gates. Insieme nell'alleanza dell'AGRA sono inclusi: Gary Toenniessen, direttore della Fondazione Rockfeller e Akinwumi Adesina, direttore associato della Fondazione Rockfeller.
Per completare le fila, nei programmi dell'AGRA sono presenti: Peter Matlon, altro direttore della Fondazione Rockfeller, Joseph De Vries, direttore del programma dei Sistemi per le sementi dell'Africa e direttore associato della Fondazione Rockfeller, Akinwumi Adesina, direttore associato della Fondazione Rockfeller. Come la vecchia e fallimentare rivoluzione verde in India e Messico, la nuova rivoluzione verde in Africa ha chiaramente una priorità elevata per la Fondazione Rockfeller.

Mentre finora hanno mantenuto un basso profilo, Monsanto e i più grandi giganti OGM dell'industria agraria sono ritenuti il cuore, utilizzando Kofi Annan dell'AGRA per diffondere i loro semi brevettati OGM in tutta l'Africa sotto l'ingannevole etichetta bio-tecnologia, il nuovo eufemismo per i semi geneticamente ingegnerizzati e brevettati. Sino a oggi il Sud Africa è il solo paese africano che permette la semina legale di campi OGM. Nel 2003 il Burchina Faso autorizzò le prime prove OGM. Nel 2005 il Gana di Kofi Annan abbozzò una legislazione sulla biosicurezza e funzionari chiave espressero le loro intenzioni di perseguire la ricerca nelle piantagioni OGM.

La Fondazione Rockfeller ha lavorato per anni per promuovere, largamente senza successo, progetti per introdurre gli OGM nei campi dell'Africa. Hanno appoggiato ricercatori che supportavano la praticabilità del cotone OGM nelle pianure del Makhathini in Sud Africa.

Monsanto, che ha una forte presenza nell'industria delle sementi in Sud Africa, sia per i GMO che per gli ibridi, ha ideato un ingegnoso programma per piccoli proprietari terrieri conosciuto come la campagna “I semi della speranza”, che introduce il pacco della rivoluzione verde a poveri agricoltori su piccola scala, seguito certamente dai semi brevettati OGM della Monsanto. [6] Syngenta AG in Svizzera, uno dei 4 cavalieri dell'apocalisse OGM sta pompando milioni di dollari in una nuova serra industriale a Nairobi, per sviluppare mais OGM resistente agli insetti. Syngenta fa parte anche del CGIAR. [7]

Fine prima parte

1 maggio 2013 di F. William Enqdahl
Traduzione: Matteo Bedendo
Editing: Laura Rizzotto

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Carne nel gelato: un modo di nutrire usando sottoprodotti animali

I ricercatori hanno ideato un modo di ridurre gli scarti dell'industria della carne e creare nel contempo nuovi prodotti per quelli (gli anziani, gli atleti in allenamento) che necessitano di proteine ad alta digeribilità: tramite la lavorazione della carne di sottoprodotti e il loro inserimento nel gelato.

No, non me lo sono inventato!

È stato sviluppato un procedimento per utilizzare maggiormente i sottoprodotti dell'industria della carne dai ricercatori, che fanno parte di un progetto finanziato dall'Unione europea, Prospare. Attualmente quasi il 50% del peso degli animali lavorato dall'industria diventa compost o viene bruciato.

Quei sottoprodotti animali contengono ancora lipidi e proteine. Convertire i lipidi in biodiesel si è rilevato costoso. Gli sforzi per il riuso delle proteine hanno portato qualche successo in più: il 22% degli avanzi di carne è stato trasformato in nutrimento, mentre solo il 3% circa viene consumato come cibo. Ma i metodi utilizzati fanno un uso elevato di energia, rimane ancora parecchio avanzo, e crea prodotti “con una più bassa digeribilità e più basse caratteristiche nutritive”.

Il nuovo processo sviluppato da Prospare usa enzimi (come l'enzima del pancreas protease) per convertire la poltiglia di ossa, piume e ritagli di carne in proteine chiamate proteine animali funzionali idrolizzate. Le proteine idrolizzate sono state scomposte nei loro componenti aminoacidi. Tali proteine derivate dalle uova, latte o pesce sono già disponibili e vengono usate come supplementi per le diete degli atleti (per aiutare a costruire la massa muscolare) e come additivi nel cibo lavorato. Questi sottoprodotti di carne lavorati hanno mostrato di essere probiotici, antimicrobici e antiossidanti.

Mettere queste proteine animali idrolizzate nel gelato non è esattamente il piano dei ricercatori per il loro prodotto. Un'azienda belga, la Proliver, produce alimenti sostitutivi per diete, per la salute e per lo sport, e spera di utilizzare il nuovo prodotto creato dalla Prospare. La società già produce polvere di proteine fatta da polli e tacchini anche come una polvere di proteine idrolizzate.
Una società partner russa, la Mobitek-M, produce prodotti arricchiti con proteine e sta pensando di metterle nel gelato. Infatti, Mobiltek-M ha già costruito uno stabilimento in Russia, in cui secondo “Science Daily” è pronto per iniziare “la trasformazione di proteine animali funzionali con la capacità di 100 tonnellate al giorno”.

Visto che il gelato (non certamente, le versioni prodotte dalla soia, riso, o latte di noce) è fatto dal latte, mangiare un dolce gelato che ha il suo contenuto proteico pompato con proteine animali idrolizzate potrebbe non fare molta differenza per qualcuno. Gelato arricchito con tali proteine potrebbe essere un modo per quelli che non possono più digerire cibi solidi, per assumere più nutrienti oltre le bevande come ad esempio Ensure. Certo alcune persone hanno prodotto il gelato al bacon (e un'azienda chiamata Arrfscarf fa anche gelato per cani con gusti diversi incluso manzo, pollo e formaggio e panino al gouda).

I prodotti contenenti polvere di proteine idrolizzate saranno ben etichettati come contenenti prodotti animali? Non tutti sapranno che un ingrediente tale è prodotto dalla carne. Dato il recente scandalo della carne di cavallo in Europa, in cui molti prodotti (lasagne surgelate, hamburger, polpette svedesi vendute nei negozi IKEA) sono stati trovati con carne di cavallo all'interno malgrado le etichette non lo indicassero per nulla. Un consumatore vegetariano ha ragione di chiedersi e certamente di prendere precauzioni.

Potrebbe il gelato alla carne essere la risposta, non solo per fornire proteine a quelli che sono anziani e malati, ma anche per i bambini schizzinosi? O è questo uno sforzo a fin di bene per usare gli avanzi dalla lavorazione della carne, ma solo creando più prodotti sovra lavorati?

23 maggio 2013 di Kristina Chew
Traduzione: Matteo Bedendo
Editing: Laura Rizzotto

Link: http://www.care2.com/causes/meat-in-ice-cream-a-nutritious-way-to-use-animal-by-products.html

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Cosa accade realmente quando prendete gli antibiotici

Gli antibiotici sono uno dei medicinali più prescritti al giorno d'oggi! Ora, le prove che affermano quanto possa essere pericoloso questo costume sono disponibili da un po'. Facciamo un uso regolare degli antibiotici e oltretutto riversarli nel nostro cibo ha portato a seri e pericolosi effetti collaterali, che colpiscono assai la salute e il benessere di ognuno di noi. Ci sono circostanze dove gli antibiotici possono salvare delle vite, per cui hanno un loro posto. Ma passare da un uso specifico, ben preciso e occasionale, a un ampio uso, e anche peggio, come misura preventiva negli animali e nell'uomo è totalmente insensato e sembra un genocidio.

A seguire trovate forti prove che confermano le mie dichiarazioni:

Antibiotici come medicina con ricetta
Le persone diventano così inquiete in questi giorni ogni volta che hanno un raffreddore o un'infezione. Tutti vogliono che vada via, all'istante, a ogni costo! Un sollievo immediato, per una vita con una salute compromessa.
Ma un'infezione comune non è uguale ad antibiotici! Il nostro corpo, semplicemente, non lavora così. L'intera lunghezza del nostro apparato digestivo è ricoperta da uno strato di batteri che forniscono una naturale barriera contro invasori, cibo non digerito, tossine e parassiti. Se questo rivestimento (mucosa intestinale) si danneggia, immaginate cosa accadrebbe! Questi batteri benefici che proteggono il rivestimento intestinale lavorano anche contro micro-organismi patogeni invasivi, producendo sostanze come antibiotici, antifungini e sostanze antivirali. Coinvolgono il sistema immunitario per rispondere in maniera appropriata agli invasori. La nostra salutare flora indigena ha una buona capacità di neutralizzare sostanza tossiche del nostro cibo e ambiente, inattivando l'istamina e aggredendo metalli pesanti e altri veleni. Ancora, questo è possibile se la barriera è intatta. Senza il buon funzionamento della flora intestinale, il rivestimento dell'intestino non solo non è protetto, ma è anche malnutrito.

Le diverse funzioni e il ruolo essenziale di una mucosa intestinale intatta, una flora intestinale sana, sono alla radice della nostra salute. Non possiamo, semplicemente, crescere bene senza un sistema digestivo in salute. Qual è la realtà clinica in questi giorni? Sempre più persone hanno una flora intestinale danneggiata e una grande responsabilità ce l'hanno: gli antibiotici!

La dottoressa Natasha Campbell McBrde presenta un sommario ben ricercato degli effetti più comuni e disastrosi per la salute che coinvolgono direttamente gli antibiotici:

  1. la distruzione dei batteri benefici del corpo umano, non solo nell'intestino ma in altri organi e tessuti;
  2. cambiano i batteri, i virus e i funghi dall'essere benigni a patogeni, dandogli la capacità d'invadere i tessuti e causare malattie;
  3. rendono i batteri resistenti agli antibiotici, in modo che l'industria debba lavorare su nuovi antibiotici, sempre più potenti, per attaccare queste nuove varianti di batteri. Un buon esempio è la tubercolosi, quando l'ampio uso di antibiotici ha creato nuove varianti del Mycobacterium Tuberculosis resistente a tutti gli antibiotici esistenti;
  4. hanno un effetto dannoso diretto sul sistema immunitario, rendendoci più vulnerabili alle infezioni, che porta a un circolo vizioso con più antibiotici e più infezioni.

Visto che i neonati nascono con una flora intestinale sterile, la madre in sostanza scarica la sua flora in salute nel bambino, attraverso l'allattamento al seno. Nessuna meraviglia del perché i problemi digestivi di solito mostrano peggioramenti a ogni generazione, considerando la povera salute intestinale della madre e il biberon.

Penicillina e altri antibiotici con “-cillina” alla fine del loro nome hanno effetti dannosi sui due grandi gruppi dei nostri batteri: Lactobacilli e Bifidobatteri. Questo gruppo di antibiotici permette ai batteri, che si trovano normalmente solo nell'intestino, di viaggiare tra gli intestini, il che predispone la persona allo sviluppo della IBS (Sindrome dell'intestino irritabile) e altri disturbi digestivi.

Tetraciclina e altri “-ciclina” hanno un effetto tossico particolare sulle pareti dell'intestino. Alterando la struttura proteica delle membrane della mucosa, rendendole vulnerabili all'invasione di microbi patogeni e allertando il sistema immunitario di attaccare le proteine modificate, danno inizio a una reazione auto-immune del corpo contro il suo stesso intestino. Stimolano anche la crescita del patogeno Candida, Stafilocco e Clostridia.

Aminoglicoside (Gentamicina, Kanamicina, Eritromicina) ha un effetto devastante sui batteri benefici come il fisiologico E. Coli e Enterococci. Una terapia prolungata con questi tipi di antibiotici può eliminare completamente i batteri d'aiuto all'apparato digerente, lasciandolo esposto all'invasione di specie patogene di E. Coli e altri microbi.

Gli antibiotici nel cibo Il problema dell'abuso degli antibiotici è, a dire il vero, cresciuto parecchio, perché non viene solo dalle prescrizioni mediche, ma anche da tutto il cibo convenzionale! In questo modo, siamo esposti indirettamente agli antibiotici sin dalla nascita e i loro effetti negativi sono reali.
Agli animali da allevamento e al pollame sono dati giornalmente gli antibiotici, così tutti i prodotti che ne derivano (carne, latte, uova) ci forniscono anche una costante dose di antibiotici e batteri che gli resistono, sviluppati nei corpi degli animali, insieme con le tossine che questi batteri producono.

Molti produttori di carne e pollame alimentano con antibiotici i loro animali in salute, solo per evitare gli effetti della sovrappopolazione e delle scarse condizioni igieniche, e anche per incentivare una crescita più rapida. Ogni anno, quasi 30 milioni di libbre di antibiotici vengono venduti per alimentare il bestiame. Infatti, sino al 70% di tutti gli antibiotici venduti negli Stati Uniti vanno ad animali in salute.

Al pesce d'allevamento e ai crostacei vengono aggiunti antibiotici, come anche a molti frutti, vegetali e grano, legumi e noci, che sono trattati per controllare le malattie.

Gli spazzini anti-batteri

I germi non causano le malattie! La natura non ha mai circondato i suoi figli da nemici. È l'individuo stesso che rende possibile la malattia nel suo corpo, a causa delle cattive abitudini. […] Sono le zanzare che rendono l'acqua stagnante o è l'acqua stagnate che attrae le zanzare? Dovrebbe essere insegnato a tutti noi che i germi sono amici e spazzini attratti dalle malattie, piuttosto che nemici che le causano. […] Come è il loro ambiente interno, così sarà l'attrazione per ogni microrganismo specifico […] La teoria dei germi e la vaccinazione continuano ad esserci per ragioni commerciali” Dottor Robert R. Gross

I tempi moderni hanno portato la credenza comune che ogni cosa dev'essere disinfettata e sterilizzata. Ma è stato provato da numerosi studi che il costante uso di disinfettanti convenzionali e saponi antibatterici uccide anche i batteri benefici che sono presenti sulle nostre mani, il cui intento, in realtà, è quello di proteggerci dalle malattie. In altre parole, i batteri resistenti – superbugs – si svilupperanno e una comune influenza si trasformerà in una infezione molto più virulenta e più difficile da trattare.

Fatti sull'abuso degli antibiotici e soluzioni ad un'imminente pericolo globale
Il dottor Thomas Frieden, direttore dei Centri per il Controllo e prevenzione delle malattie (CDC) degli Stati Uniti, di recente ha annunciato le nuove statistiche del CDC sull'avanzamento dell'elevata resistenza ai farmaci dei batteri, conosciuto come CRE (Enterobatteri Resitenti ai Carbapenemi) I risultati sono spaventosi:

  1. gli istituti di sanità in 42 stati hanno ora identificato almeno 1 caso di CRE;
  2. il verificarsi di questa resistenza nell'intera famiglia di batteri è cresciuto di almeno 4 volte in 10 anni;
  3. nella rete di sorveglianza del CDC, il 4,6% degli ospedali e il 17,8% di case di cura hanno diagnosticato questa anomalia nella prima metà del 2012.

Il primario inglese, professoressa Dame Sally Davies, ha presentato un resoconto in cui chiama la resistenza una minaccia catastrofica che pone un rischio per la sicurezza nazionale tanto serio quanto il terrorismo. Avverte che, a meno che la resistenza non venga tenuta sotto controllo, “ci ritroveremo in un sistema sanitario non differente da quello dei primi del 19° secolo” in cui trapianti d'organo, chemioterapia per il cancro, sostituzione di giunture e anche piccole operazioni diverranno minacce per la sopravvivenza.

Nel marzo 2012, i ricercatori pubblicarono un rapporto che disegnava un collegamento tra i batteri nei polli e batteri resistenti agli antibiotici, delle infezioni delle vie urinari (UTI). Confrontarono i campioni di E. Coli degli animali che stavano digerendo piante con il ceppo di E. Coli che causa le infezioni delle vie urinarie e trovarono che il pollame era la fonte del batterio. La scorsa estate, la storia ebbe maggiore attenzione con la pubblicazione del relativo studio dagli stessi ricercatori che trovarono che i polli del supermercato avevano alti livelli di E. Coli resistente agli antibiotici; circa l'85 % delle infezioni UTI vengono da questo ceppo di E. Coli.

Un altro studio pubblicato in Germania concluse che il S. aureus resistente alla meticilinia (MRSA) è raramente trovato nei maiali che sono cresciuti senza antibiotici. Analogamente gli allevatori che vivono e lavorano con questi maiali, sono meno facilmente colpiti dal ceppo di MRSA più spesso associato con il bestiame; rispetto agli allevatori che lavorano con maiali a cui erano somministrati regolarmente antibiotici. Il superbugs MRSA, noto come uno dei più resistente ai farmaci, si è stimato sia responsabile di 19.000 morti e 360.000 ospedalizzazioni ogni anno nei soli Stati Uniti.

Nel settembre 2012 i ricercatori dell'Università di Stanford hanno concluso che i consumatori di carne e pollame cresciuti senza antibiotici hanno il 33% in meno di probabilità di contrarre infezioni resistenti agli antibiotici, rispetto a quelli che mangiano prodotti cresciuti convenzionalmente.

Considerato tutto ciò, come potete partecipare attivamente per cambiare questi eventi?
Stop al prendere antibiotici alla prima infezione, affidatevi al naturale, efficace, sicuro e potente antibiotico con nessun effetto collaterale. I miei preferiti sono: propoli, estratto di semi di uva, olio d'origano, echinacea e il miele di Manuka. Quando avete davvero bisogno di fare una cura antibiotica, seguite sempre una cura probiotica, per controbilanciare gli effetti e mantenere in salute la flora intestinale.

Comprate e mangiate solo carne, uova e latticini biologici o almeno senza l'aggiunta di antibiotici (potete trovare queste informazioni su molte etichette ora).
Rimanete puliti usando prodotti naturali per il vostro corpo e la vostra casa ed evitate saponi antibatterici, anche come prodotti chimici tossici e puri. I detergenti Cleanwell ad esempio sono molto buoni ed estremante efficaci, prodotti in vari formati, hanno un buon profumo e durano a lungo.
Vivete una vita in salute, mangiate cibo integrale e siate responsabili della vostra salute preziosa, così non finirete in ospedali o in case di cura, che sono le più espose alle malattie senza fine.

5 aprile 2013 di Raluca Schachter
Traduzione: Matteo Bedendo
Editing: Laura Rizzotto

Link: http://www.wakingtimes.com/2013/04/05/what-really-happens-when-you-take-antibiotics/

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Una città del Maine dichiara la sua indipendenza alimentare

La città di Segwick nel Maine ha fatto quello che nessun'altra città negli Stati Uniti ha fatto. Ha approvato all'unanimità un'ordinanza dando ai suoi cittadini il diritto di: produrre, lavorare, vendere, acquistare e consumare cibi locali a loro scelta. Questo include latte fresco, carni macellate localmente e all'incirca ogni cosa possiate immaginare.

Dall'articolo di David Gumpert:

Questa non è solo una dichiarazione di preferenza. L'ordinanza proposta aggiunge che: “Sarà illegale per ogni legge o norma adottata dallo stato o dal governo federale interferire con i diritti riconosciuti da questa ordinanza. In altre parole, nessuna legge di stato può proibire a certi contadini di vendere prodotti giornalieri o di produrre i loro polli per venderli ad altri cittadini della città”.

Per quanto riguarda le potenziali responsabilità legali o le ispezioni dello stato o quelle federali? La negoziazione riguarda solo il venditore e l'acquirente. “I clienti acquistando il cibo per il loro consumo abituale possono arrivare ad accordi privati con i produttori o i gestori di prodotti locali rinunciando a qualunque responsabilità riguardo al consumo di quel prodotto. I produttori o i gestori dei prodotti locali saranno esenti da licenze o richieste di ispezioni per quel prodotto sin quando quegli accordi saranno in atto. Immagino che il compratore e il venditore si possano accordare nell'eliminare gli avvocati. Che risulta molto non americano, non è vero?

Applaudo i residenti di Sedgwick per aver preso una tale posizione. Altre 3 città del Maine stanno programmando di votare per una simile ordinanza nelle settimane a venire. Mi chiedo, però, quanto è applicabile una legge del genere se lo stato o il governo decidono di contrastarla. In risposta a una simile domanda, Edwin Shank di Your Family Cow ha risposto all'articolo sul Gumpert:

Io non sono uno degli 'avvocati qui', ma la mia considerazione è che quando la legge locale sceglie di proibire più del resto dello stato, nazione o organizzazione, di solito non si oppone nessuno. Quando la legge locale si sposta verso altre latitudini iniziano i problemi.

Ad esempio, posso immaginare che se un paese in Pennsylvania prendesse una posizione sul latte fresco di Humbolt in California, lo stato dichiarerebbe che la decisione riguarda loro. Ma se una legge locale di una zona si sposta, permettendo burro fresco, panna, kefir e yogurt… sono sicuro che non andrebbe lontano.

Rendo onore, ancora, alle brave persone di Sedwick nel Maine. Il loro buonsenso e coraggio riscalda il cuore di ogni americano sveglio. Se non fosse per il fatto che la loro decisione renderà visibile la ridicolaggine della situazione, rendendo consapevoli un'altra parte di americani. Un americano alla volta e il punto critico sarà raggiunto.”

Deborah Evans, una dei cittadini di Sedwick ha aggiunto:

Il problema con la tua domanda è che nessuno conosce davvero la risposta. Nel Maine, ci sono forse dieci o più 'iniziative portate avanti dai cittadini' ordinanze come le nostre passate in varie città negli ultimi anni, su una moltitudine di problemi. Ad esempio, Montville ha approvato una legge per l'abolizione di OGM, diversi anni fa. Il Dipartimento dell'agricoltura del Maine ha scritto loro una lettera dicendo che non potevano farlo, riguardo alcune questioni legali, al che il consiglio di Montville ha risposto che lo potevano fare a causa di una diversa interpretazione della legge. Per quanto ne sappiamo quello fu quanto.

Inoltre il Maine ha 'leggi proprie' negli statuti delle sue città. L'associazione municipale del Maine ha pubblicato 'Leggi municipali: Democrazia di fondo o un gesto simbolico' (dal Maine Townsman, gennaio 1983) di Micheal L. Starn, Editore.

In questo articolo scrive:

“La legge municipale nel Maine è sia costituzionale che legislativa. La misura costituzionale può essere trovata nella Costituzione dello Stato del Maine, Art. VII, Pt. 2, §1, e fu adottata nel referendum pubblico del 1969”.

La correzione dice:

“Gli abitanti di ogni municipio avranno il potere di modificare e correggere i capitoli su tutte le questioni, non proibiti dalla Costituzione o dalla legge generale, che sono di natura locale e municipale. L'assemblea legislativa prescriverà la procedura secondo cui la città potrà così agire”.

La nostra ordinanza per i prodotti locali e l'auto governo della comunità dichiara che:

1. i produttori o i gestori di prodotti locali nella città di Sedgwick sono esenti da licenze e ispezioni previste e la transazione riguarda solo il produttore o il gestore di prodotti locali e il cliente, quando il prodotto è venduto per consumo personale…

2. i produttori o i gestori di prodotti locali nella città di Sedgwick sono esenti da licenze e ispezioni previste e i prodotti sono preparati, consumati e venduti per eventi sociali della comunità

Per cui, noi radicali che abbiamo inventato quest'atto d'infamia ribelle, crediamo che secondo le disposizioni della legge comunale della nostra Costituzione dello stato, i cittadini di Sedgwick hanno il diritto di promulgare un'ordinanza che è “di carattere locale e comunale”.

David ha pubblicato un link al modello della nostra ordinanza, sentitevi liberi di leggerla visto che alcune delle vostre domande potranno avere delle risposte lì. Avendo la nostra posizione fondamenti legali nella Dichiarazione di indipendenza e nella Costituzione dello stato del Maine, sentiamo che se una sfida sarà lanciata, potrà essere risolta in una corte con un'alta autorità.

Il Fondo per la difesa legale dell'agricoltore al consumatore, il Fondo per la difesa legale per l'ambiente della comunità e l'Alleanza per la democrazia ci hanno tutti aiutato nei nostri sforzi per costruire quest'ordinanza durante l'ultimo anno. Abbiamo avuto lezioni di educazione civica dalla nostra esperienza, è iniziato tutto con un gruppo di noi seduti in una cucina, intorno a un tavolo di una fattoria. Dopo esser rimasti esterrefatti dalla “nuova interpretazione” del nostro Dipartimento per l'agricoltura riguardo alla dispensa sui 1.000 modi della lavorazione del pollame.

A prescindere dall'esito del risultato, quando tutti i voti furono contati, Sedgwick e altre 3 città si alzarono in piedi e lottarono per l'interesse delle nostre comunità. Sappiamo di molte altre città che stanno aspettando solo di vedere come andrà a finire, prima di saltare sul treno. I nostri politici e senatori sono molto eccitati al riguardo visto che ciò gli permette di iniziare a fare cambiamenti a livello statale. Proprio ora ci sono 3 leggi nella Commissione per l'agricoltura che riguardano i nostri problemi a livello statale, principalmente perché i nostri problemi sono i problemi di tutti, quando li osservi. Se i cittadini di sufficienti città in sufficienti stati si alzano in piedi e agiscono per il loro sistema locale del cibo, sul loro diritto inalienabile di produrre e scegliere il cibo che mangiano, il governo dovrà ascoltare! Che idea.

Come paese la maggioranza di noi è diventata politicamente pigra e compiacente. Se vogliamo cambiare dobbiamo utilizzare gli strumenti della democrazia lasciatici in eredità dai nostri padri fondatori, organizzarci e iniziare a far girare la palla.

Se nessuno pensa che un reale cambiamento possa accadere in nessun caso, guardate alla nostra storia: prima che la nostra costituzione fosse corretta, gli individui e piccoli gruppi di schiette persone hanno impiegato le loro vite per mettere fine alla schiavitù, permettendo alle donne di votare, mettendo fine alle discriminazioni razziali, ecc. Guardate che problemi per legalizzare qualcosa tanto basilare come il diritto all'istruzione a casa per i nostri figli. I veri cambiamenti vengono dalle persone.

Così, onore ai cittadini di Sedwick del Maine. Che possa inspirare molti altri comuni a seguirli!

di Kristen M.
Traduzione: Matteo Bedendo
Editing: Laura Rizzotto

Link: http://www.foodrenegade.com/maine-town-declares-food-sovereignty/

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Infrazioni fresche di fattoria: si può violare un brevetto piantando dei semi?

Può un agricoltore infrangere un brevetto semplicemente piantando soia acquistata sul libero mercato? Questa settimana la Corte suprema ha chiesto all'amministrazione Obama di intervenire riguardo alla questione. La Corte sta valutando un appello alla propria decisione, affermando che tale atto può in effetti infrangere il brevetto.

Nel 1994 il colosso agricolo Monsanto ottenne un brevetto per coprire un tipo di piantagione la Roundup Ready (brevetto che indica una coltura OGM, ndT), che è stata geneticamente modificata per resistere all'erbicida Roundup della Monsanto. Questa modificazione genetica è ereditaria, così le future generazioni di semi saranno anch'esse Roundup Ready. Sino a ora, gli agricoltori dovevano conservare solo una parte del loro raccolto per ripiantarlo la stagione successiva e non avrebbero necessitato l'acquisto di nuovi semi, ogni anno, dalla Monsanto. La compagnia non voleva essere nel mercato dei prodotti venduti una volta sola, così quando la Monsanto vendette la soia Roundup Ready agli agricoltori, richiedette loro di firmare un accordo di licenza promettendo di non ripiantare le generazioni future di semi.

Tuttavia, gli agricoltori rimangono liberi di vendere la soia che coltivano sul mercato, dove la maggior parte viene impiegata per l'alimentazione di persone o bestiame.

La soia RR (Roundup Ready) è diventata molto popolare: ad esempio, può contare sul 94% di tutti gli acri piantati in Indiana. Vernon Bowman, un contadino dell'Indiana, era un cliente della Monsanto che comprese che la soia RR era diventata così comune nella sua area che se avesse acquistato semplicemente semi di soia da un granaio locale, la maggior parte di questa soia sarebbe stata RR. La soia comune è normalmente più economica di quella della Monsanto, e non ha la restrizione contrattuale per la nuova semina.

Così Bowman piantò (e ri-piantò) soia comune invece di usare i semi della Monsanto. Quando la compagnia lo scoprì, gli fece causa per la violazione del brevetto.

Protezione dei brevetti o libertà di semina?
Bowman sosteneva che il suo uso dei semi era coperto dalla legge di brevetto della “dottrina sull'esaurimento”. Questa dottrina, come la dottrina della legge sul copyright sulla prima vendita, afferma che: i diritti del detentore del brevetto di un prodotto specifico si “esauriscono” quando tale prodotto è venduto al cliente finale. La Corte suprema rinforzò la dottrina sull'esaurimento nel 2008 quando sostenne che LG non poteva “attingere doppiamente” dagli oneri sulla licenza per un brevetto, addebitando i diritti sia al fabbricatore di chip Intel e a OEM Quanta per lo stesso chip.

Bowman sostenne che quando la Monsanto vendeva i semi agli agricoltori, esauriva i suoi diritti non solo per quel seme specifico, ma per tutti i discendenti del seme. Visto che Bowman non era obbligato a firmare un accordo di licenza prima di acquistare i semi tradizionali, affermò che era libero di piantare i semi e anche di conservare e riseminare il campo per ogni stagione futura.
La Monsanto rispose, però, che ogni nuova generazione di semi è un prodotto separato e quindi richiede una licenza a parte. In effetti, la Monsanto asserisce che Bowman sta illegalmente “producendo” soia che viola il brevetto.
La Monsanto ha sottolineato che la logica conclusione al discorso di Bowman implicherebbe che chiunque potrebbe comprare un singolo lotto di soia comune (ma già RR) e usarlo per vendere un numero di copie illimitate. Questo eviscererebbe effettivamente il diritto sul brevetto della Monsanto.

Nonostante ció, la posizione della Monsanto – piantare soia di derivazione Monsanto richiede sempre il permesso della compagnia – potrebbe anche avere conseguenze problematiche. In un mondo dove il 94% della soia in circolazione discende dai semi geneticamente modificati della Monsanto, potrebbe essere difficile per gli agricoltori che non vogliono i semi della Monsanto anche solo comprare semi che non sono gravati dal brevetto. La posizione della Monsanto porterebbe davvero a opprimere i contadini, verificando che i semi che desiderano piantare non siano protetti da nessun brevetto.

Lo scorso anno, la Corte d'appello degli Stati Uniti del Circuito federale ha stabilito, come ha fatto in diverse altre occasioni, che l'esaurimento del brevetto non copriva la seconda generazione di semi. La Corte suprema ha ora chiesto al vice procuratore generale, il funzionario incaricato di rappresentare l'amministrazione Obama, d'intervenire nel caso davanti alla corte.

Il blog Patently-0 riporta che una richiesta per la valutazione dell'amministrazione Obama di solito richiede quattro pareri, indicando un significativo interesse nel caso. Tuttavia l'amministrazione può concordare con il Circuito federale e contro consigliare la Corte di accettare il caso. E la Corte può optare di non ascoltare il caso anche se l'amministrazione Obama raccomanda di accettarlo. Dovesse accadere ciò, il successo della Monsanto presso la corte d'appello rimarrebbe valido.

4 aprile 2012 di Timothy B. Lee
Traduzione: Matteo Bedendo
Editing: Michele Bedendo

Link: http://arstechnica.com/tech-policy/2012/04/farm-fresh-infringement-can-you-violate-a-patent-by-planting-some-seeds/

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Multinazionali gigantesche per dominare la produzione alimentare

Nella produzione globale alimentare l'equilibrio di potere sta scivolando dai governi nazionali alle aziende multinazionali e dai paesi occidentali alle nazioni emergenti, segnala un nuovo rapporto del Rural Policy Centre (Centro delle politiche rurali) SAC. Nella prima delle due parti, ci focalizzeremo sul crescente potere delle multinazionali trans-nazionali (TNC).

“Il consolidamento delle TNC ha visto uno slittamento del potere focalizzato dai governi ed enti sovranazionali, verso corporazioni di aziende”, secondo il rapporto Power in Agriculture (La forza dell'agricoltura). In parallelo, l'intervento dello stato nell'agricoltura e nella fornitura alimentare, particolarmente in Europa, sta diminuendo.

Parlando alla conferenza sull'agricoltura di Oxford, i cui organizzatori hanno commissionato il rapporto, uno degli autori, il Dr. Alan Renwick, ha detto: “le TNC stanno diventando sempre più dominanti in tutti gli aspetti dell'approvvigionamento alimentare”. Ad esempio quattro aziende controllano più del 75% del 90% di tutto il commercio del grano internazionale, e solo 10 aziende sono responsabili del 40% della vendita al dettaglio di tutto il globo.

Fatturato annuo
La prima TNC, classificata in base al fatturato annuale, è la società con sede in Svizzera Nestlé, con un fatturato di più di 112 miliardi di dollari. Archer-Daniels-Midland (ADM) e Uniliver si sono classificate seconda e terza con una vendita annuale rispettiva di 62 miliardi e 59 miliardi. Il guadagno totale dell'industria globale del cibo, che consiste in prodotti agricoli e cibo inscatolato, fu stimata nel 2008 essere di 3.2 trilioni di dollari.

In risposta al rapporto la segretaria di stato del Dipartimento per l'ambiente cibo ed economia rurale, Caroline Spelman, ha riconosciuto che il Regno Unito è la casa di:

alcune tra le multinazionali agro-alimentari più di successo e influenti in tutto il mondo. Penso a Uniliver, Tesco e Associated British Foods. Il governo britannico comprende la forza di queste aziende e quanto sono vitali nella costruzione di un sistema alimentare stabile e di un'economia ecologica e crescente.”

La Spelman ha aggiunto che il governo comprende il suo ruolo nell'assicurare che le multinazionali usino il loro potere in positivo.

Stiamo attuando soluzioni, inclusa l'introduzione di un codice di controllo dei supermercati. Sappiamo inoltre che queste compagnie fanno da ponte tra le economie emergenti e la nostra industria agricola e del 'cibo'”.

Ma non tutti i relatori hanno condiviso la sua visione sull'impatto positivo delle TNC. Andrew Blenkiron, direttore delle proprietà del produttore di cibo su larga scala Euston Estates, ha avvisato del potere illimitato che le TNC ora detengono.

L'influenza politica delle TNC è iperattiva con molti che hanno un guadagno molte volte superiore al PIL di molte piccole nazioni… probabilmente guadagnano anche più dall'avidità del commerciante”. Non è più rilevante l'equazione reale della domanda e dell'offerta; il commercio dilaga tra voci e congetture. Non c'è dubbio che la volatilità nella catena dell'approvvigionamento alimentare sia servita a incrementare ulteriormente l'influenza e il potere delle TNC”.

Tony Heir, produttore australiano di latticini naturale, ha sottolineato che l'industria del grano, dei pomodori e dei maiali sono già dominate dalle TNC.

Nessuna conseguenza
“Le TNC sono ora saldamente intrecciate all'industria del grano. I coltivatori di grano sono ora svantaggiati dai contratti di consegna con penalità del produttore per la non conformità, e ancora assoluta riservatezza senza conseguenze per il TNC che compra. Il potere si è spostato molto rapidamente dal produttore sin dall'avvento della supremazia delle TNC in questa industria.”

Nella seconda parte di questa serie, che sarà pubblicata durante questa settimana, tracceremo il passaggio dell'equilibrio di potere nella produzione alimentare dai paesi occidentali alle nazioni emergenti.

9 gennaio 2012 di Mike Stones
Traduzione: Matteo Bedendo
Editing: Laura Rizzotto

Link: http://www.foodmanufacture.co.uk/Supply-Chain/Giant-multi-nationals-to-dominate-food-production

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Organi di controllo scoprono un gene virale nascosto nei campi OGM in commercio

Come dovrebbe annunciare una agenzia di controllo d'aver scoperto qualcosa di potenzialmente molto importante circa la sicurezza dei prodotti che hanno approvato per oltre 20 anni?

Nel corso delle analisi per identificare potenziali allergeni nei campi OGM, l'Autorità europea per la Sicurezza alimentare (EFSA) ha scoperto tardivamente che la sequenza genetica regolatrice più comune nei prodotti commerciali OGM ha codificato un significativo frammento di un gene virale (Podevin e du Jardin, 2012). Questa scoperta ha serie ripercussioni sulla biotecnologia dei campi e la sua regolamentazione, ma possibilmente una anche maggiore per i consumatori e gli agricoltori. Questo perché ci sono chiare indicazioni che il gene virale (chiamato Gene VI) potrebbe non essere sicuro per la salute umana. Potrebbe anche disturbare il normale sviluppo dei campi, inclusa la loro naturale resistenza ai pesticidi.
Quello che Podevin e du Jardin hanno scoperto è che degli 86 differenti casi (unici inserimenti di DNA estraneo) transgenici, commercializzati a oggi negli Stati Uniti, 54 contengono porzioni del Gene VI al loro interno. In ogni prodotto è inclusa una sequenza genetica regolatrice, ampiamente usata, chiamata il promoter CaMV 35S (è una regione del DNA dove inizia l'interpretazione di un determinato gene, ndT) del Cauliflower mosaic virus: CaMV. Tra i casi transgenici affetti, alcuni sono tra gli OGM più utilizzati, inclusi i semi di soia Roundup Ready, (40-3-2) e il mais (MON810); includendo anche il discusso mais (NK603) di recente accusato di causare tumori nei topi (Seralini e altri, 2012).

I ricercatori stessi hanno concluso che la presenza di segmenti del Gene VI “potrebbe essere il risultato di un involontario cambio del fenotipo (l’insieme delle caratteristiche morfologiche e funzionali di un organismo, ndT)”. Hanno raggiunto questa conclusione perché frammenti simile del Gene VI hanno già mostrato d'essere attivi nei casi presi in esame (per esempio De Tapia e altri, 1993). In altre parole, i ricercatori dell'EFSA non riuscirono a escludere un pericolo per la sicurezza pubblica o dell'ambiente.
In genere, il ritrovamento di geni virali nelle piante solleva preoccupazioni sia per la salute umana che dell'agricoltura (rapporto: Latham e Wilson, 2008). Questo perché molti dei geni virali cercano d'inibire le funzioni del proprio ospite per facilitare la proliferazione patogena. Spesso questo avviene inabilitando specifiche difese anti-patogene. L'incorporazione di tali geni potrebbe chiaramente avere effetti indesiderati e inaspettati per l'agricoltura. Oltretutto, i virus che infettano le piante spesso non sono diversi da quelli che infettano gli uomini. Per esempio, talvolta i geni umani e quelli delle piante sono intercambiabili, mentre in altre occasioni l'inserimento nella pianta di frammenti virali come i transgeni ha causato l'alterazione genetica della pianta rendendola suscettibile ai virus animali (Dasgupta e altri, 2001). Per cui, in modi diversi, l'inserimento accidentale di geni virali nei campi e nella produzione di cibo crea un danno potenziale significativo.

Le decisioni degli organi di controllo
La scoperta originale di Podevin e du Jardin all'EFSA, del Gene VI nei campi OGM commerciali deve aver portato gli enti preposti ai controlli ad attente procedure alternative, però divergenti. Potrebbero: 1. richiamare tutti i campi contenenti il Gene VI e CaMV (in Europa significherebbe bloccare le importazioni e revocare le approvazioni delle piantagioni), 2. fare una valutazione di rischio retrospettiva del promoter CaMV e le sue sequenze del Gene VI con la speranza di redigere un certificato di buona salute. È facile capire l'attrazione per l'EFSA verso l'opzione due. Un richiamo sarebbe un'enorme decisione politica e finanziaria e si convertirebbe anche in un grande imbarazzo per loro stessi. Rimarrebbero molti pochi campi di OGM sul mercato e questo potrebbe addirittura portare alla fine della biotecnologia dei campi.
Gli organi di controllo, almeno in linea di principio, hanno una terza opzione per valutare la serietà di qualunque pericolo potenziale da parte degli OGM. Il monitoraggio degli OGM, che è richiesto dalle leggi europee, dovrebbe permettere loro di scoprire se morti, malattie, o difetti nei campi siano stati riportati dagli agricoltori o dai funzionari per la sanità e se ciò possa correlarsi con il Gene VI. Peccato che questa richiesta di informazioni, in particolare, è un binario morto in ambito scientifico. Nessun paese ha mantenuto le promesse di monitoraggi scientifici ufficiali su qualsiasi conseguenza pericolosa degli OGM (i controllori dell'EFSA potrebbero ora rimpiangere di non aver implementato un significativo monitoraggio degli OGM. Sarebbe una buona domanda per i politici europei da porre all'EFSA e per la commissione dell'EFSA da porre al comitato OGM, il cui lavoro è di implementare il monitoraggio).
Prevedibilmente, l'EFSA ha scelto l'opzione numero due. Tuttavia, la loro indagine ha portato solo alla vaga e non rassicurante conclusione che il Gene VI “potrebbe risultare un involontario cambiamento del fenotipo” (Podevin e du Jardin, 2012). Questo letteralmente significa che cambiamenti in numero sconosciuto, di natura o di magnitudine, possono (o non possono) accadere. Ricade nel compito della scienza dare una solida rassicurazione per la sicurezza pubblica, sul perché l'EFSA non ha ordinato il rientro. Può la presenza di frammenti di DNA di virus veramente essere così significativa? A seguire c'è uno studio indipendente sul Gene VI, sulle sue proprietà e sulle sue implicazioni. Questa analisi chiaramente illustra il dilemma degli organi di controllo.

Le diverse funzioni del Gene VI
Il Gene VI, come molti geni virali nelle piante, produce una proteina che è multifunzionale. Ha, sinora, quattro ruoli nel ciclo dell'infezione virale: il primo è partecipare alla costituzione delle particelle virali, non ci sono dati al momento che suggeriscono che questa funzione abbia una qualche implicazione per la bio-sicurezza; la seconda funzione conosciuta è quella di sopprimere le difese anti-patogene colpendo un sistema cellulare generale chiamato silenziatore dell'RNA (Haas e altri, 2008); terzo, il Gene VI ha un'elevata insolita capacità d'attivazione (descritta sotto) attraverso il lungo filamento di RNA (il 35S RNA) prodotto dal CaMV (Park e altri 2001); quarto, non connesso a questi meccanismi, il Gene VI ha recentemente mostrato di rendere le piante particolarmente suscettibili a patogeni come i batteri (Love e altri, 2012). Il Gene VI fa questo interferendo con un comune meccanismo di difesa anti-patogeno, che hanno le piante. Queste ultime tre funzioni del Gene VI e i loro rischi e implicazioni sono spiegati di seguito:

1. il Gene VI è un inibitore del silenziatore dell'RNA
Il silenziatore dell'RNA è un meccanismo per il controllo dell'espressione genica (è il processo per cui le informazioni del gene sono utilizzare per la sintesi dei prodotti genetici) nel numero del livello di RNA (Bartel, 2001) È anche un importante meccanismo di difesa antivirale sia nelle piante che negli animali, per cui molti virus hanno sviluppato geni come il Gene VI che disabilita tale meccanismo (Dunoyer e Voinnet 2006).

Questa caratteristica del Gene VI solleva due preoccupazioni per la bio-sicurezza: 1. il Gene VI farà seguire aberrazioni nell'espressione genica delle piante OGM, con conseguenze sconosciute, 2. il Gene VI interferirà con la capacità delle piante di difendersi da sole contro agenti patogeni. Ci sono numerosi esperimenti che lo mostrano, in genere, le proteine virali che disabilitano i geni silenziatori fanno aumentare le infezioni di un ampio spettro di virus (Latham e Wilson, 2008);

2. il Gene VI è un unico trans-attivatore dell'espressione genica
Gli organismi multicellulari creano le proteine attraverso un meccanismo per cui una sola proteina è prodotta per ogni passaggio del ribosoma lungo l'RNA messaggero (mRNA). Una volta che la proteina è completata il ribosoma si separa dall'mRNA. Tuttavia, in una cellula di una pianta infettata dal CaMV o come un transgene, il Gene VI interviene in questo processo e fa ritornare il ribosoma sull'mRNA (inizia di nuovo) e produce la prossima proteina in linea sull'mRNA, se ce n'è una. Questa proprietà del Gene VI attiva il Cauliflower Mosaic Virus a produrre più proteine da un singolo filo di RNA (il 35S RNA). È importante ricordare che questa funzione del Gene VI (che è chiamata trans-attivazione) non è limitata al 35S RNA. Il Gene VI sembra capace di trans-attivare ogni mRNA cellulare (Futterer e Hohn, 1991; Ryabova e altri, 2002). Ci sono probabilmente migliaia di molecole di mRNA che hanno una sequenza proteica corta o lunga che segue la primaria. Queste sequenze secondarie potrebbero essere presenti in cellule dove il Gene VI esiste già. Il risultato, presumibilmente, sarà la produzione di numerose proteine casuali all'interno delle cellule. Le implicazioni per la bio-sicurezza sono difficili da immaginare, queste proteine potrebbero divenire allergeni, piante o tossine per gli uomini, oppure potrebbero non avere implicazioni. Tuttavia, la risposta differirà per ogni tipologia di campo in commercio in cui il Gene VI è stato inserito;

3. il Gene VI interferisce con le difese dell'ospite
Una scoperta molto recente, non conosciuta da Podevin e du Jardin, è che il Gene VI ha un secondo meccanismo attraverso il quale interferisce con le difese anti-patogene della pianta (Love a altri, 2012). È troppo presto per essere sicuri circa i dettagli tecnici, ma il risultato è certo che farà sì che le piante trasportatrici del Gene VI saranno più suscettibili a certi patogeni e meno ad altri. Ovviamente questo potrebbe avere ripercussioni sugli agricoltori, sebbene la scoperta di un'intera nuova funzione del Gene VI, mentre l'articolo dell'EFSA era sulla stampa, chiarisce che una completa valutazione di tutti gli effetti probabili del Gene VI non è al momento raggiungibile.

Esiste un problema reale di tossicità per l'uomo?
Quando il Gene VI si manifesta palesemente nelle piante transgeniche, le fa diventare “cloritiche” (gialle), fa crescere deformazioni e riduce la fertilità a seconda della dose (Ziljstra e altri, 1996). Piante con la presenza del Gene VI mostrano anche anomalie nell'espressione genica. Questi fattori indicano che, improvvisamente, si manifestano funzioni non conosciute. La proteina prodotta dal Gene VI agisce come tossina ed è nociva per le piante (Takahashi e altri, 1989). Da quando l'attività conosciuta del Gene VI (ribosomi e silenziamento genico) sono stati trovati in cellule umane, una certa preoccupazione è che le proteine prodotte dal Gene VI potrebbero essere tossiche per l'uomo. A questa domanda si potrà rispondere solo con esperimenti futuri.

La proteina del Gene VI è prodotta nei campi OGM?
Dato che la presenza del Gene VI è probabile essere la causa dei danni, un aspetto cruciale è se l'attuale sequenza transgenica inserita, trovata nei campi OGM in commercio, produrrà una proteina funzionale dal frammento del Gene VI presente all'interno della sequenza del CaMV.
Ci sono due aspetti della questione. Uno è la lunghezza del Gene VI accidentalmente introdotta dagli sviluppatori; questo sembra variare, ma la maggior parte dei 54 transgeni approvati contiene le stesse 528 paia di basi della sequenza dell'attivatore CaMV 35S. Questo corrisponde circa all'ultimo terzo finale del Gene VI. Frammenti cancellati del Gene VI sono attivi quando presenti in cellule di piante e si pensa che le funzioni del Gene VI risiedano in questo ultimo terzo finale. Per cui, c'è un evidente potenziale per effetti inaspettati se questo frammento è presente (ad esempio De Tapia e altri, 1993; Ryabova e altri, 2002; Kobayashi e Hohn, 2003).
Il secondo aspetto del problema è che quantità del Gene VI potrebbero essere prodotte nei campi OGM? Ancora una volta, questo può essere solamente risolto con esperimenti diretti. Non di meno, possiamo ipotizzare che la quantità di Gene VI prodotta sarà specifica per ogni evento d'inserimento isolato. Questo perché la presenza significativa del Gene VI richiederebbe sequenze specifiche (come la presenza di un gene attivatore e un ATG [una proteina start condon]) per procedere, ed è anche così possibile essere altamente dipendenti da variabili come i particolari del DNA trasgenico inserito e dove nel genoma della pianta il transgene è inserito.
Le varietà transgeniche dei campi in commercio possono anche contenere copie del transgene, incluse quelle che sono incomplete o riorganizzate (Wilson e altri, 2006). Queste potrebbero essere delle fonti aggiuntive importanti della proteina del Gene VI. La decisione dell'EFSA di permettere tante e tali complesse operazioni d'innesto è stata sempre molto discussa, ma realizzare che l'attivatore CaMV 35S contiene sequenze del Gene VI ci da ancora un'altra ragione per credere che operazioni complesse d'innesto aumentano con tutta probabilità un problema di biosicurezza.
Anche misurazioni dirette sui quantitativi della proteina Gene VI nei campi individuali, tuttavia, non risolverebbero completamente i rischi scientifici. Nessuno sa, ad esempio, quale sarebbe il significato della quantità, del luogo o della tempistica nella produzione della proteina per una valutazione di rischio e così le risposte necessarie per calcolare le stime di rischio con una base scientifica, è difficile che possano emergere presto.

Grandi lezioni dalla biotecnologia
È forse il più basilare dei presupposti che gli sviluppatori di un nuovo prodotto forniscano agli organi di controllo, in tutte le valutazioni di rischio, accurate informazioni riguardo a cosa è stato valutato. Forse il prossimo presupposto base è che i controllori verifichino queste informazioni. Ora sappiamo, tuttavia, che per oltre 20 anni nemmeno queste semplici aspettative sono state soddisfatte. Le maggiori università pubbliche, le multinazionali biotecnologiche e i controllori governativi, ovunque, non hanno apprezzato in apparenza la semplice idea che i DNA artificiali fossero responsabili per la codifica di un gene virale.
Questa distrazione è accaduta malgrado il fatto che il Gene VI non fosse completamente nascosto; l'importante informazione sull'esistenza del Gene VI era liberamente disponibile nella letteratura scientifica ben prima della prima approvazione biotecnologica (Franck e altri, 1980). Noi stessi abbiamo dato specifici avvertimenti che sequenze virali potevano contenere geni imprevisti (Latham e Wilson, 2008). L'incapacità dei processi di valutazione dei rischi, di registrare durevoli e ripetute scoperte scientifiche è, in ogni aspetto, tanto preoccupante quanto il fallimento di prevedere intellettualmente la possibilità di geni sovrapposti là dove si manipolano sequenze virali.
Questo aspetto di un fallimento generico è rafforzato dal fatto che questo non è un caso isolato. Ci sono altri casi, esistenti, di sequenze virali approvate in commercio che hanno geni sovrapposti che non sono mai stati evidenziati nelle valutazioni di rischio. Questi includono numerosi OGM in commercio che contengono promoter regions del più vicino imparentato virus Figwort mosaic virus (FMV), che non sono state considerate da Podevin e du Jardin. I controlli dei dati delle sequenze in commercio mostrano, che il promoter FMV comunemente usato, sovrascrive il suo Gene VI (Richins e altri, 1987). Un terzo esempio è il virus resistente della patata NewLeaf Plus (RMBT-22-82). Questo transgene contiene circa il 90% del gene P0 del vrus della patata dalla foglia arrotolata. La funzione conosciuta di questo gene, la cui esistenza fu scoperta solo dopo l'approvazione degli Stati Uniti, è di inibire le difese anti-patogene dell'ospite (Pfeffer e altri, 2002). Fortunatamente, questa varietà di patata non era mai stata energicamente promossa sul mercato.
Un aspetto ulteriore si collega all'industria biotecnologica e alle loro campagne per rassicurare il pubblico e creare un ambiente di regolamentazione più permissivo. Questo li ha condotti a ripetute dichiarazioni, prima di tutto, che la tecnologia OGM è precisa e prevedibile; secondo, che la loro competenza e auto interessamento li preverrebbero dal portare mai alcun prodotto potenzialmente pericoloso sul mercato; terzo, dichiarare che solo transgeni ben studiati e completamente compresi sono commercializzati. È difficile immaginare una scoperta più dannosa di queste dichiarazioni che le rivelazioni attorno al Gene VI.
La biotecnologia, è spesso dimenticato, non è solamente una tecnologia. È un esperimento nell'asserire che le istituzioni umane possono compiere valutazioni di rischio adeguate su nuovi organismi viventi. Piuttosto che trattare questo problema come una questione scientifica scoraggiante, dovremmo per ora considerare che l'ostacolo primario sarà superare la trappola comune dell'umana compiacenza e incompetenza. Non ci siamo ancora, e perciò questo incidente servirà per rinforzare le richieste di un'etichettatura per gli OGM nei posti dove ora è assente.

Cosa dovrebbero fare gli organi di controllo, ora?
Questo riassunto sul problema del rischio scientifico mostra come un segmento di un gene virale malamente contrassegnato e mai sottolineato in nessuna valutazione di rischio (sino a ora) sia stato introdotto sul mercato. Questo gene è attualmente presente nei campi a uso commerciale e in crescita su larga scala. È anche diffuso nelle derrate alimentari.
Anche ora che i ricercatori dell'EFSA, in ritardo, hanno considerato il rischio, nessuno può dire se i consumatori sono stati messi in pericolo, nonostante il pericolo sembra essere una possibilità scientifica chiara. Guardando da un punto di vista professionale e di valutazione scientifica dei rischi, la situazione rappresenta un completo e catastrofico fallimento del sistema.
Ma la saga del Gene VI non è ancora conclusa. Non c'è certezza che le ulteriori analisi scientifiche risolveranno le incertezze, o provvederanno sicurezze. Le ricerche future possono infatti aumentare il livello di preoccupazione e incertezza, e questa è la possibilità che gli organi di controllo dovrebbero soppesare attentamente nelle loro deliberazioni. Per tornare alle scelte originali prima dell'EFSA, queste erano di richiamare tutti i promoter CaMV35S contenenti negli OGM, oppure di preparare una valutazione di rischio retrospettiva. Questa valutazione retrospettiva è stata portata avanti e i dati indicano chiaramente un significativo rischio potenziale. L'unica direzione d'azione coerente per la protezione dei consumatori e il rispetto della scienza è per l'EFSA, e altre giurisdizioni, un integrale richiamo. Tale richiamo dovrebbe anche includere OGM che contengono il promoter FMV e il suo sovrapposto Gene VI.

21 Gennaio 2013 di Jonathan Latham e Allison Wilson
Traduzione: Matteo Bedendo
Editing: Michele Bedendo

Link: http://independentsciencenews.org/commentaries/regulators-discover-a-hidden-viral-gene-in-commercial-gmo-crops/

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